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La Repubblica / Affari E Finanza

Gli enologi italiani alle prese col mercato globale ... Per il vino italiano si sta aprendo un nuovo scenario economico. Dopo gli anni dell'affermazione adesso sono arrivati gli anni del consolidamento dei conti aziendali, dello studio di una nuova dimensione delle imprese vitivinicole che sono contemporaneamente agricole, industriali e commerciali. E proprio su questi aspetti oltreché sulla necessità di mantenere rigidamente la qualità si è soffermato Ezio Rivella nel suo primo giorno da presidente dell'Unione Italiana Vini. Rivella l'uomo che ha creato a Montalcino la Banfi, l'azienda leader del Brunello, è convinto che per le cantine italiane sia venuto il momento di affrontare oltre ai problemi connessi alla produzione del vino, anche quelli legati alla commercializzazione e al finanziamento delle attività vitivinicole. Dunque siamo alla vigilia di una profonda riflessione della cantine italiane che si trovano a dover operare sul mercato globale sul quale è vero che l'Italia detiene la leadership di produzione (circa 56 milioni di ettolitri) ma non la leadership di fatturato e dove può essere insidiata nelle produzioni a più basso valore aggiunto dai paesi emergenti. Su questi temi è incentrato il prossimo Salone del Vino che si terrà a Torino tra il 15 e il 18 di novembre e che viene presentato ufficialmente a Roma il 21 giugno. Il Salone organizzato da Lingotto Fiere vede entrare in campo sul vino un imprenditore di caratura come Alfredo Cazzola (è l'organizzatore del Motorshow e del Salone dell'Auto) specializzato in eventi fieristici. Ciò sta a significare che la dimensione economica del vino è ormai consolidata e che però le aziende hanno bisogno di nuovi interlocutori che non siano soltanto i degustatori. Vanno in cerca di sostegni finanziari, di tecnici dell'organizzazione aziendale, di strutture commerciali e distributive.

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