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La Repubblica / Affari & Finanza

"Vogliamo valorizzare le tre anime del settore"
l’intervista ... La mappa del successo di Alfredo Cazzola parte da Bologna, passa per Torino e presto approderà a Roma. Ora l'imprenditore fieristico più importante d'Italia sta per affrontare una nuova sfida. Dopo il Motor Show, al quale deve successo e fama, e il Salone dell'Auto, il prossimo giovedì (15 novembre) debutterà, a Torino, il suo Salone del Vino. L'appuntamento è al Lingotto Fiere spazio espositivo che, progettato da Renzo Piano, Cazzola con la sua holding, la Promotor International, sta lanciando come polo fieristico rivolto all'enogastronomia, realtà emergente dalle grandi potenzialità finanziarie.
Questo Salone del Vino ha tutto il sapore della sfida. È così? "Non del tutto. L'idea è nata all'incirca 18 mesi fa, e in questo arco di tempo abbiamo studiato da vicino il mondo vitivinicolo italiano. Abbiamo cercato di capire, chiedendolo direttamente ai produttori e agli addetti ai lavori, che cosa dovesse offrire un Salone dedicato a questo comparto. Siamo anche stati confortati dagli ottimi dati, in termini mediatici, del Salone del Gusto che si svolge ogni due anni proprio al Lingotto. Il progetto è di trasformare il Lingotto in un polo enogastronomico? "Il Lingotto diventerà un polo espositivo dedicato al tempo libero come dimostrano alcune fiere che organizziamo: dal salone del turismo della montagna, a quello del Gusto a cura di Slow Food, a Dolce che ha debuttato poche settimane fa". Non teme il confronto con il Vinitaly ? "No. L'appuntamento di Verona è sicuramente molto importante, ma noi puntiamo a mettere in contatto produttori con enoteche, winebar, ristoranti di un certo tipo. Il nostro obiettivo è di riuscire a valorizzare le tre anime di questo settore: la parte agricola, quella commerciale e quella industriale, con l'intento ben preciso di valorizzare le etichette migliori e quelle emergenti". Perchè ha deciso di passare dalle auto al vino? "Oggi l'Italia gode di una particolare fama. Questo del vino è un mondo stratificato che contiene numerose realtà e ha delle ottime potenzialità". Il suo "mestiere" resta quello di realizzare eventi fieristici di successo, lo farà anche con la Fiera di Roma che i rumors indicano già nel suo portafoglio? "La mia società (la Promotor International, ndr) è in trattativa avanzata con il Comune di Roma. Vorremmo creare una joint venture per realizzare un quartiere fieristico di dimensioni rilevanti, e trasformare Roma in un centro internazionale".

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