02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Repubblica / Affari & Finanza

Gambero Rosso, dal Manifesto a multinazionale ... Nel 1986 il Manifesto pubblicò un insertino dall'appetitosa testata: Gambero Rosso. Ad animarlo un giornalista bolognese con la passione per le buone cose, Stefano Bonilli. Un eretico rispetto all'ortodossia della sinistra che considerava il ristorante un luogo borghese e il buon mangiare una distrazione dall'impegno. Ma Bonilli condiva la sua pietanza giornalistica con il sale della trasgressione e l'olio dell'intelligenza. Tre lustri dopo può dire gramscianemente che l'ottimismo della volontà ha vinto sul pessimismo della ragione. E passa dagli affari di gusto al gusto degli affari, utilizzando gli ingredienti del successo: l'appeal della televisione, l'attrazione della gourmandise, una forte capacità di comunicazione. Che oggi si avvantaggia della moda del mangiare bene e bere meglio si pensi alle discoteche riconvertite in showfood e ai siti di aggregazione nei winebar nonché della richiesta di salubrità della dieta.
Conoscere vuol dire poter scegliere e chi ha l'informazione possiede un tesoro mediatico da mettere a frutto. È quel che ha fatto il Gambero Rosso, una griffe editoriale diventata di moda. Non bastano più i successi della rivista e della collana di libri e guide (il titolo più famoso resta la Guida ai Vini d'Italia edito con Slow Food, seguita dalla Guida ai ristoranti). Serve un salto in avanti. E Bonilli con i suoi soci storici, Dianele Cernilli che ha una modesta quota azionaria ma è l'uomo del vino, e il notaio Perrotta che con lui ha la maggioranza del capitale, si lancia in una nuova sfida. Fonda la Città del Gusto a Roma, nell'ex silos del Consorzio agrario dalle parti di viale Marconi. Regala alla Capitale una struttura all'avanguardia europea. In cinque piani con due terrazze ci saranno la scuola di cucina, l'enoteca, gli studi televisivi. Sarà un enorme show food dove si fa comunicazione e cultura sul cibo e sul vino. Un investimento da 10 milioni di euro che Gambero Rosso finanzia con soldi propri nonché con una linea di credito di Bancaintesa e con l'ingresso nel capitale di Interbanca, la merchant di Antonveneta. «È una bella scommessa dice Bonilli che siamo certki di vincere». Non è spocchia, è fiducia nei propri mezzi e in un mercato in espansione. «La prova l'abbiamo avuta con l'apertura tre anni fa di Gambero Rosso Channel, un canale televisivo dedicato al nostro mondo nel bouquet di RaiSat che ha avuto un successo superiore alle previsioni: doveva servire a raccontare la vita di un ristorante, ci siamo accorti che era meglio avere studi in proprio, alternare gli chef, fare spettacolo con la gastronomia e diffondere informazione. Dal Channel è nato il progetto della Citta del Gusto: l’inaugurazione è prevista per ottobre, ma già a giugno lì si trasferiranno gli studi televisivi. Sarà un sistema integrato tra multimedialità, esercitazione pratica e fruzione del buono». Bonilli confida che dalla sua cornucopia escano filmati, Dvd, siti Internet che raccontano l'universo del cibo e del vino, e che ad animare queste raffinate stanze di Bengodi siano cultori e professionisti della gourmandise, aziende, enti, associazioni che vogliono sperimentare il cibo come comunicazione e la comunicazione sul cibo. «Non sarà un ristorante ma si potranno gustare i piatti della scuola di cucina, non sarà una mescita ma si potranno organizzare degustazioni private». L’avventura porterà gli occupati di Gambero Rosso da 35 a oltre 100 (le selezioni sono già in corso). Non è finita: potrebbe andare a buon fine un accordo con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per l’organizzazione di seminari musicali con degustazione da tenersi nel nuovo auditorio romano. Intanto le diverse società operative saranno riunite in una holding, la GRH. «E poi il capitale è aperto. Tanto aperto che non escludiamo di entrare in Borsa tra tre anni». Insomma a fare affari ci si prende gusto.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024