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La Repubblica / Affari & Finanza

Le cantine d'autore di Moretti ... A guardarla Petra ti lascia straniato. Ti raccontano che è una cantina, una libera interpretazione della "colonica" toscana. Mario Botta, architetto svizzero di fama mondiale, misurandosi per la prima volta con un disegno industriale ha immaginato un cilindro intersecato da un parallelepipedo. E tagliato da un´enorme ellisse alla vetta, così che si sale per i gradoni di una piramide azteca in piena Maremma a contemplare il tutto. Questa è Petra; una creazione che tende al cielo. Ci fanno vino, ma esercitano una filosofia costruttiva: quella di un´opera d´arte. È l´ultima cantina della famiglia Moretti, seguirà a breve la riscrittura della Badiola, tenuta granducale di 500 ettari a Castiglion della Pescaia, e lì Alain Ducasse ripetrà l´esperimento dell´Albereta dove "stegama" Gualtiero Marchesi. È l´ultimo business di Vittorio Moretti: fare vini eccellenti, creare hotellerie di altissimo livello, costruire per sé e per gli altri cantine avveniristiche. Con passione. Perché Vittorio Moretti è toscano di nascita e infatti è tornato in questa terra a produrre bottiglie di pregio, ma ha lombi franciacortini, e infatti il suo core business sta a Erbusco. Ama il buon vino, fu compagno di bicchiere di Gianni Brera, e suo è il miglior Franciacorta; ama l´arte ed è stato il primo a lanciare un concorso di scultura per "ornare" i suoi stabilimenti. Ed è uomo di business, capace di trasformare le passioni in attività. È partito - primi anni ´70 - dai prefabbricati, poi ha aggiunto le bottiglie (Bellavista, Contadi Castaldi, Petra, la Badiola: con quasi mille ettari di proprietà), poi le barche a vela (cantieri Maxi Dolphin) poi i campi da golf, i centri commerciali (le Porte Franche) infine gli hotel. Il gruppo fattura 85 milioni di euro e ha avuto un boom tra il 2000 e il 2002 proprio per la costruzione delle cantine. La holding Terra Moretti controlla attraverso la Moretti spa il settore costruzioni articolato su sette società operative e il fatturato di questa è passato in due anni da 35 a 72 milioni di euro. In forza di un´invenzione: le volte prefabbricate di 6 metri per 6 metri e i sistemi di copertura in lamellare. È un "Lego" con il quale architetti come Botta o Renzo Piano possono giocare per dare al vino, divenuto uno status symbol, la casa che merita. Di queste "case" Vittorio Moretti, presidente del gruppo coadiuvato dalle figlie e da manager di alto profilo come l´amministratore delegato Tiziano Bertazzoni, ne ha già costruite quaranta. Nell´elenco dei committenti c´è il gotha vinicolo internazionale. Merito di quel cubo, il corpo centrale di ogni stabilimento, che si può moltiplicare all´infinito come nella cantina Cinzano-Campari a Novi Ligure (costata 20 milioni di euro), l´ultima firmata da Moretti. Ma il portafoglio ordini è gonfio: 30 milioni di euro per il 2003. Alimenta i tre stabilimenti dove lavorano 200 persone (700 con l´indotto) che sfornano 500 mila metricubi di strutture prefabbricate. C´è di che brindare. Con Bellavista e Contadi-Castaldi, bollicine di famiglia.

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