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La Repubblica / Affari & Finanza

Il lusso reagisce alla crisi diventando ancor più esclusivo … «Sui beni fondamentali sono attentissimi, preferiscono l’outlet alla boutique, sono disposti a risparmiare sulla spesa giornaliera, sul mangiare, accusano i negozianti di aumenti ingiustificati, ma in fatto di spese "rimandabili" non sono assolutamente disposti a lesinare: continuano a spendere, anche più di prima». Giuseppe Minoia, presidente dell’Eurisko, parla di una fascia di italiani, due milioni di persone con un reddito superiore ai 60.000 euro l’anno, che, secondo l’ultima indagine commissionata da Dom Perignon, sono disposti a mettere mano al portafogli senza esitazione. Per comprare cosa? Una bottiglia di champagne, per esempio, ma di quelle di alta e fidata qualità, come il Don Perignon, appunto, primo in classifica tra le bevande, seguito da Moët Chandon e dall’italiano Ferrari, che precede leggende quali Krug e Veuve Clicquot. Non rinunciano alla Ferrari, prima davanti alle Mercedes. E neanche gli orologi, quelli di superlusso, come un Rolex, e i gioielli, come i Cartier, Beni di lusso, certo. «Il lusso non è mai morto dice Minoia e gode di ottima salute soprattutto nelle fasce elitarie della popolazione». E si allarga a nuovi settore. Spicca per esempio il turismo alla scoperta delle radici, agriturismi e beauty farm immersi nella natura, casealberghi in cui farsi coccolare: dal benessere alla chirurgia estetica. E ancora: si scelgono le migliori scuole per i figli, si fanno viaggi di formazione all’estero, si ristruttura a abbellisce la casa. Alla crisi, insomma, il lusso reagisce alzando la posta. Una tendenza che trova conferma nelle strategie e nei fatturati di molti grandi gruppi, da quelli della moda fino ai signori delle vigne. Diesel, per esempio, ha tagliato tutti i marchi di fascia mediobassa per concentrarsi sulle linee top. Lo stesso succede anche tra i principali produttori di vino che si stanno riposizionando nella fascia del cosiddetto premium wine. Un esempio emblematico: nei conti della Lvmh, proprietaria di Dom Perignon, di Krug, Moët Chandon e altri marchi, il Wine & Spirit nell’Europa, esclusa la Francia, in questo primo trimestre ha fatto segnare un incremento del 7%. Niente rispetto al 20% di crescita americana, ma sempre in salita. Ma attorno alle etichette di lusso si sta muovendo un altro grande business dei poli del lusso, belli e pieni di comfort. Un paradiso per gourmet e bon viver sta per sorgere nella Tenuta la Badiola a Castiglione della Pescaia, del gruppo Wiish; sempre in Toscana, a Marina di Castagneto Carducci, fa parlare di sé il Tombolo Talasso Resort, dal Marchese Piero Antinori, con un centro benessere ricavato in una ex colonia Olivetti degli anni '30 in disuso. Insieme alle tenute della famiglia è destinato a dare vita a un grande polo del lusso.

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