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La Repubblica Affari & Finanza

Vias Imports cresce negli Usa il vino italiano ... Nata negli anni ottanta con poche etichette è oggi lo snodo di una rete capillare. La svolta: ora bisogna spiegare agli americani la tipicità dei territori da cui provengono le bottiglie... Offriamo agli americani una “selezione di grandi vini italiani che rappresentano la tipicità e unicità del territorio da cui provengono”: Luca Bigema, presidente di Vias Imports, società nata agli inizi degli anni 80 per introdurre le migliori etichette del nostro Paese in Usa, è partito da pochi, selezionati ristoranti di New York, come il Gold Star di Louis Iacucci, e oggi copre tutti gli States con una rete capillare di distributori. Il portafoglio di marchi è uno specchio della ricchezza delle terre italiane, da Damilano in Barolo a Bisol in Valdobbiane, il cuore del Prosecco, da Tenuta San Leonardo in Trentino ad Argiano e Rampolla in Toscana. Oltre 60 aziende e più di 300 vini. L’Italia resta il primo esportatore di vini in Usa, dove le importazioni dai paesi tradizionalmente più agguerriti come Australia e Francia stanno facendo registrare una flessione. L’Italia invece sta crescendo. Soprattutto in valore, con incrementi del fatturato. Un trend significativo. “Il vino italiano è leader in Usa tra i paesi importa- tori, ma molto di questo primato è ancora legato ai così detti vini di servizio, che partono a due euro a bottiglia”, racconta Fabrizio Pedrolli, presidente di Vias Imports. Spiega Pedrolli: “Il consumatore, tuttavia, sta diventando sempre più istruito e attento alla qualità: un segnale molto positivo per le grandi etichette e per i nostri produttori, perché il potenziale di crescita è ancora molto alto. Ma il mercato è complesso e bisogna pensare a nuove strategie”. Degustazioni guidate, storie di famiglie e territori: la distribuzione, oggi, fa perno sulla comunicazione. E le enoteche e i ristoranti diventano vetrine chiave per la vendita.

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