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La Repubblica / Affari&finanza

Mr Time Warner alla conquista del Brunello ... Richard Parsons, presidente del gruppo Time Warner ha scoperto la passione per il vino ma anziché soddisfarla in California, ha comprato una tenuta a Montalcino e ha cominciato a produrre. La sua prima volta a Benvenuto Brunello, tradizionale evento di "apertura" della nuova annata... Lorenzo e Isabelle: questo il nome del Super Tuscan, il vino che Richard Parsons, amministratore delegato di Time Warner, ha dedicato ai suoi genitori e che è stato lanciato lo scorso week end a Montalcino nel corso di Benvenuto Brunello, l’evento di presentazione delle nuove annate che richiama ogni anno migliaia di esperti e giornalisti da tutto il mondo. Doveva venire di persona, ma poi impegni urgenti l’hanno trattenuto a Holliwood, per gli Oscar. Afroamericano, alla guida di uno dei più grandi colossi mediatici al mondo, Richard Parsons è considerato tra gli uomini più influenti della comunità finanziaria globale. Sempre in giro per affari con il suo jet privato, di tempo libero non ha molto. O meglio, non ne aveva. Perché arrivato alla soglia dei 60 anni ha deciso di comprare una tenuta, il Palazzone, a Montalcino, e di mettersi a produrre vino. "Mia moglie mi ha detto che dovevo assolutamente trovare un hobby, così ho cominciato a guardare fuori dal lavoro per trovare qualcosa di appassionante e da far crescere". Insomma, non una collezione di francobolli o pietre preziose, ma un progetto capace di calamitare l’attenzione di un top manager .
"Beviamo tutto quello che possiamo e vendiamo il resto”, con questo motto Parsons e sua moglie Laura hanno comprato la tenuta di Montalcino, 20 ettari, dei quali solo una parte vitati. "La tenuta è anche un business – sottolinea Parsons e sono fiero di vendere i miei vini in Italia e negli Usa, i due mercati di riferimento”. Quattromila le bottiglie finora prodotte di Brunello, che hanno subito ottenuto riconoscimenti da riviste come Wine Spectator. Il Palazzone si può trovare solo in pochi ed esclusivi grandi ristoranti come Scalini Fedeli a New York e Spago a Los Angeles. Ora, la nuova sfida: 13.000 bottiglie di "Lorenzo e Isabella", un blend di Cabernet e Sangiovese prodotto in partnership con Tenuta del Sole, di proprietà del suo amico e socio, l’imprenditore svizzero Mario Bollag. Poteva comprare una tenuta negli Usa, magari alla Sonoma Valley in California, o stabilirsi in uno dei paesi emergenti come l’Australia e il Sud Africa. Oppure, da grande amante di Bordeaux e Borgogna, andare in Francia. Ma la scelta, alla fine, è caduta sull’Italia. “Per diverse ragioni, le più importante il modo di essere della gente, la buona cucina e, naturalmente, le potenzialità del territorio di dare vita a grandi vini”. La Toscana è da sempre nel cuore degli americani.
Si beve più Chianti negli Usa che in Italia, dicono gli ultimi dati diffusi dal consorzio del Chianti Classico. E anche il Brunello mantiene il suo primato: una bottiglia su quattro finisce Oltreoceano. E dei sei milioni di bottiglie prodotte la domanda estera ne assorbe da sola il 62%, con quote di export in crescita anche nei paesi emergenti, come India, Cina, Russia e Romania. Un Brunello, Tenuta Nuova di Casanova di Neri 2001, è stato campione del mondo da Wine Spectator. E Montalcino è diventato un distretto che movimenta 140 milioni di euro con il solo vino. Più l’indotto sul turismo. Parsons è un grande esperto di vino che ha imparato a conoscere ed apprezzare fin da giovane. Il suo maestro è stato Nelson Rockefeller, il magnate americano. Il grande statista, chiamato alla vicepresidenza degli Usa da Gerald Ford, succeduto a Nixon dopo lo scandalo Watergate, amava Chateneuf de Pape e Bordeaux. E ha trasmesso l’arte del buon bere a Parsons che è stato suo consigliere. Una carriera politica culminata alla Casa Bianca, da dove nel 2001 è stato catapultato ai vertici di una Time Warner da risanare dopo la fusione con Aol. Un matrimonio difficile, la peggiore fusione nella storia del business americano. Rimessi a posto i conti, ceduta Warner Music, cancellato Aol dal nome e risollevate le quotazioni in Borsa, Parsons dal Time Warner Center, l’edificio di 80 piani con due torri di cristallo al centro del Columbus Circle che è sede del gruppo, è riuscito a tenere testa persino ai tentativi di Carl Icahn, uno degli uomini più ricchi d’America, di scalare la compagnia.
E già si parla di lui come futuro sindaco di New York, l’uomo che molti vorrebbero pronto a succedere al magnate dell’editoria, Bloomberg. Jeans e berretto da baseball in testa, seduto alla Fiaschetteria, la storica enoteca di Montalcino, "Mr Warner Brothers", come chiamano qui questo gigante di oltre 1.90 di altezza, sembra un tranquillo turista quando in autunno e in primavera atterra all’aeroporto di Perugia e si precipita qui per seguire la sua tenuta. Che gli permette di fare regali molto personalizzati ai suoi migliori amici: come ha dichiarato a WinenewsTv, la web tv che ha sede a Montalcino, regala le sue bottiglie a Quincy Jones, a Bono degli U2, a Naomi Campbell, al vicepresidente Dick Cheney e altri membri del congresso a Washington. Ma non si sogna di attrarre a Montalcino le personalità del jet set, trasformando la sua tenuta in un albergo di lusso. "Non abbiamo nessuno progetto di costruire. C’è una modesta casa che abbiamo sistemato solo per noi, e siamo felici così", ribadisce. Quando torna a New York ha nella sua cantina grandi rossi italiani ad aspettarlo, in particolare il Sassicaia, il Solaia, i supertuscan che hanno portato l’Italia ai vertici dell’Olimpo enologico mondiale. Ora con "Lorenzo e Isabella", Parsons spera di fare anche meglio.

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