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La Repubblica / Affari&finanza

La signora canta per il marsala ... La donna che sul palco del Blue Note di New York, calzoni neri, camicia coloratissima, capelli scuri a cascata che sembrano quelli del logo aziendale, canta jazz e musiche brasiliane, non è un’artista in cerca di fama ma un’imprenditrice che usa i concerti per vendere un’idea. Josè Rallo, 43 anni, responsabile della pianificazione, controllo di gestione e marketing della tenuta di Donnafugata, sostiene che «i mercati non si conquistano solo con i prodotti, ma anche trasmettendo agli altri un modo di essere e una cultura». Se l’obiettivo è quello di piazzare il vino, la strada è quella di promuovere il territorio: ed ecco Marsala diventare la Napa Valley italiana; ecco l’impegno dell’azienda negli scavi archeologici sulla Rocca di Entella insieme alla Normale di Pisa; ecco la riserva marina di Pantelleria dove nasce lo zibibbo della casa; ecco la collaborazione con Slow Food; ed ecco la signora sul palco, il «Donnafugata Music & Vine» che in America registra il tutto esaurito e perfino il concerto al Four Season di Shangai.
José è una siciliana ribelle che a diciannove anni ha impacchettato libri e vestiti e ha lasciato Marsala, la sua città. Nata a Roma, ma solo «per comodità», è cresciuta nella città siciliana dove i suoi genitori la mamma anche insegnante di inglese hanno rifondato l’azienda enologica già di famiglia. A scuola è bravissima, si immagina ricercatrice di genetica, ma, su consiglio dei genitori alla fine sceglie di studiare economia. Racconta: «Odiavo la Sicilia, era il posto dove fischiavano ancora per strada alle donne, io volevo emanciparmi e diventare autonoma e indipendente». Voleva anche il massimo: «Ho cercato un’università di eccellenza, ho fatto e vinto il concorso per una borsa di studio alla Scuola Sant’Anna di Pisa, che è il parallelo della Normale, e mi sono trasferita in Toscana, in collegio». Dopo la laurea, naturalmente brillante, collabora a Pisa con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. L’anno dopo lascia la carriera accademica per entrare nella consulenza. Entra, a Roma, all’Andersen Consulting (passerà poi all’Arthur Andersen e viaggerà su e giù per l’Italia) ed è lì che impara l’importanza del lavoro di team: «Adesso dice ne sono una sostenitrice accanita: non si può essere tuttologi, né onnipresenti, né insostituibili.
La forza di un leader è quella del gruppo che forma». Pensa di restare a Roma per sempre, di fare una bella carriera e di essere soddisfatta di sé. Ma in Sicilia, un’estate, si innamora: lei canta, lui suona; lei pensa che la Sicilia sia ancora troppo arretrata per quel che riguarda il lavoro delle donne, lui pensa in effetti che le donne dovrebbero stare a casa. Però si sposano, lei non riesce a convincerlo a trasferirsi a Roma torna a casa, a Marsala. Adesso vive dentro la riserva naturale dello StagnoneSi è riconciliata con la Sicilia ma forse è stata anche la Sicilia a cambiare. Ha portato la sua formazione da economista nell’azienda di casa e lì ha cercato la sua nuova via: conciliare la tradizione con la modernità.
Ha fondato «Impresa, natura, cultura»; come le sue colleghe della Nonino, che stanno all’estremo nord, ha istituito un premio letterario, il Tomasi di Lampedusa; ha voluto la realizzazione di impianti fotovoltaici per produrre utilizzando energia pulita. «Ho creato dice un orologio svizzero nel cuore della Sicilia». La sua mania per l’eccellenza adesso è trasferita qui, nelle cantine di Marsala. La sua ribellione di donna si è trasformata in attenzione alle altre: «Le donne nelle aziende sono fondamentali, e io per le mie dipendenti cerco di creare le condizioni per la massima flessibilità».

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