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La Repubblica / Affari&finanza

Il Chianti regge bene all’estero e in banca ... Chianti, una roccaforte contro la crisi. Il distretto vitivinicolo più famoso d’Italia, quello che ha fatto storia sulle tavole del mondo, è partito da qualche anno alla riscossa del mercato. Con un agguerrito gruppo di aziende ben patrimonializzate e 240 milioni di euro investiti in nuovi impianti negli ultimi 10 anni che, stando agli esperti, fanno guardare al futuro con fiducia. “Sarebbe sciocco non valutare le difficoltà dello scenario attuale ha dichiarato Marco Pallanti, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico, all’ultima edizione di Chianti Classico Collection, che si è tenuto la settimana scorsa alla Stazione Leopolda di Firenze tuttavia le nostre sono per lo più aziende solide e con forte capacità innovativa”. Nonostante la crisi, il Chianti classico regge: con un 29% del fatturato negli Usa, del 10% in Germania, del 9% in Gran Bretagna, e l’ingresso sui nuovi mercati russo e asiatico. L’incremento del valore fondiario delle imprese vitivinicole avvenuto negli ultimi dieci anni ha portato le attuali quotazioni di un ettaro di vigneto a Chianti Classico tra i 200 e i 250 mila euro. Ma il valore immobiliare di molte aziende chiantigiane è rafforzato anche dalla presenza di edifici antichi, ville o castelli, che rendono questo territorio unico al mondo. Il tessuto aziendale vede una decisa maggioranza di storiche realtà produttive, ormai già ampiamente patrimonializzate, capaci di offrire ampie garanzie alle banche, e poco sensibili alle oscillazioni dei mercati finanziari.

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