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La Repubblica / Affari&finanza

La birra open source ... La novità... Canadean, società specializzata nei servizi di informazione per l’industria delle bevande, registra nel primo semestre del 2009 una riduzione delle vendite di birra in Europa di oltre il 4%, pari a 580 milioni di litri. Le bevande alcoliche, nella loro totalità non se la sono cavata meglio, con una flessione di poco meno del 4%. Tra le principali cause la riduzione dei consumi in bar, pub e ristoranti. “Non è colpa della crisi”, afferma Teo Musso, guru mondiale della birra, che dal Baladin, il microbirrificio di Piozzo, Cuneo, è finito sui più prestigiosi quotidiani internazionali. “Quando c’è una crisi si tende a bere di più, piccolo lusso per compensare tagli più pesanti. La flessione dipende dalla paura dei controlli alla guida. La strada da percorrere è divulgare la cultura delle uscite collettive: a turno uno non beve e guida; oppure l’uso di taxi e bus”. Sul futuro di questo consumo consapevole ci crede, tanto da aver appena esportato a Roma il marchio Open, tempio glamour delle birre artigianali in partnership con Leonardo di Vincenzo, altro guru, padre della Birra del Borgo. Dopo Torino, la seconda tappa di un network di “birra open source”.

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