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La Repubblica Firenze

Da Coldiretti Sos deflazione “Prezzo del grano ridotto a un terzo” ... “Sei chili costano come un caffè Le campagne sono allo stremo” Prezzi giù anche per vini e ortaggi ... “Se a metà settembre un agricoltore toscano doveva vendere cinque chili di grano per potersi permettere una tazzina di caffè al bar, adesso ne deve vendere sei di chili di grano, la deflazione in campagna non si ferma, le aziende sono allo stremo”, lamenta il presidente regionale di Coldiretti Tulio Marcelli. A settembre Coldiretti segnalava il crollo del 42% della quotazione del grano in appena un anno. La situazione è addirittura peggiorata. “Ora il valore di un chilo di grano si è ridotto ad un terzo - dice Marcelli - Prima si pagava fino a 40 euro al quintale, ora siamo a 15 euro ma a volte anche a 13 euro”. La deflazione è “devastante” - secondo Coldiretti - anche per molti altri segmenti dell’agricoltura toscana. Annota il presidente regionale di Coldiretti: “Il prezzo di certi vini da tavola toscani è sceso dell’80-90%, lo stesso Chianti è passato da una valore di 140-150 euro ad ettolitro a 80-90 euro, le orticole hanno perso il 30-40% del loro valore, l’elenco potrebbe continuare. Le cause? Prima di tutto la diminuzione dei consumi delle famiglie, ma anche concorrenza. "Una contrattazione che fissi livelli minimi di remunerazione come è stato fatto per il latte" di prodotti esteri che non danno le stesse garanzie di qualità e la contraffazione. I rimedi? Come è stato fatto per il latte, una contrattazione che fissi livelli mini di remunerazione del prodotto”. In questi giorni un’analisi della Coldiretti - pubblicata in occasione della diffusione dei dati Istat sull’andamento dei prezzi che vede per la prima volta dal 1959 l’Italia in deflazione - lamenta prezzi riconosciuti agli agricoltori crollati mediamente di circa il 6% nel 2016, ma con punte drammatiche come si è visto. Gli agricoltori nel 2016 - sottolinea la Coldiretti - “hanno dovuto vendere più di tre litri di latte per bersi un caffè o quindici chili di grano per comprarsene uno di pane ma la situazione non è migliore per le uova, la carne o per alcuni prodotti orticoli. Nonostante il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli in campagna sugli scaffali i prezzi dei beni alimentari, sono aumentati dello 0,2 % nel 2016 anche per effetto delle speculazioni e delle distorsioni di filiera nel passaggio dal campo alla tavola”.

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