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La Repubblica / Salute

Se il Tg1 dice che il vino fa vivere 100 anni ... L'informazione nutrizionale è ormai un problema medico-sociale così grave da non meritare la stessa ingenuità culturale che la tv dedica agli oroscopi. Mi riferisco, in particolare, al pessimo servizio che il tg1, il 2 novembre, ha dedicato al vino intitolandolo "chi beve vino campa cent'anni". Premetto di essere, come molti italiani, un normale consumatore di vino e di non avere quindi la passionalità ed il risentimento (giustificati) di chi si occupa di etilismo e delle penose conseguenze cliniche, ma anche infortunistiche, imputabili agli eccessi alcolici occasionali o cronici. Chi ha scelto di fare informazione alimentare in forma sintonizzata sulle raccomandazioni degli esperti internazionali, vede il suo impegno e quello dei pochi colleghi impegnati nella divulgazione, distrutto dalla presunta autorevolezza e purtroppo dall'audience di un telegiornale nazionale che distorce la realtà di un esperimento scientifico traendone conclusioni indebite.
Il servizio ha esordito con la frase "Vino rosso sempre più prezioso per la nostra salute" rifacendosi a uno studio americano, pubblicato su Nature, sugli effetti positivi del resveratrolo somministrato a dei topi. Il fatto grave, però, è che la ricerca non parla assolutamente di vino. Il resveratrolo è una sostanza presente in almeno settanta vegetali (arachidi, pomodori, olive, mirtilli, uva, ecc.) e per totalizzarne con il vino rosso quanto, in altra forma, è stato dato ai topi, servirebbero dosi improponibili per la sopravvivenza stessa dei topi ma anche degli uomini.
Un secondo errore è stato ipotizzare che il vino possa essere un possibile e presunto rimedio dell'obesità. Pura follia: per gli obesi sarebbe un mezzo per ingrassare ulteriormente ed i vantaggi sarebbero solo per i produttori. In una delle tante critiche indirizzate al direttore del tg1 per questo sciagurato siparietto di controinformazione, c'è stato chi ha suggerito spiritosamente che sarebbe altrettanto illogico invitare gli obesi a mangiare torte alla crema farcite di mirtilli che, oltretutto, contengono ben più resveratrolo (probabilmente anche meglio assimilabile) di quello del vino.
Si potrebbe infierire ancora se non fosse che tre giorni più tardi, su un'altra rete, è andato in onda un servizio che ha smentito, in maniera inequivocabile, la leggenda del "vino che fa bene". Per
parte mia non ho difficoltà a "concedere" un bicchiere di vino anche a chi teoricamente dovrei proibirlo, ma questo fa parte di una "trattativa" in cui non posso solo pretendere limitazioni o proibizioni senza compromettere la "compliance", ovvero l'effettiva capacità dei pazienti di adeguarsi, per un tempo illimitato, alle raccomandazioni dietetiche. Tutti o quasi possono bere un bicchiere di vino o birra per il solo piacere e per un modesto contributo alla serenità di chi ha già troppi motivi di insoddisfazione, ma non con l'alibi del far bene. Perciò, non dimentichiamo che l'alcol è e resterà un tossico per tutti gli organi, quindi niente promozioni del vino con la scusa del resveratrolo, anche se la maggior parte dei medici non teme problemi quando accetta l'abitudine dei pazienti di berne un bicchiere a pasto.
(arretrato de La Repubblica - Salute del 23 novembre 2006) 

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