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La Repubblica / Salute

Demenza, serve una svolta nelle ricerche ... ...Intanto si cerca una speranza nei cibi... “Per l’Alzheimer, di cui soffrono 5 milioni persone in Europa, va fatto quello che si fa per il cardiovascolare: prevenzione, perché i costi della patologia sono paragonabili a quelli del cardiocircolatorlo. Si sa che un programma dl prevenzione con esercizio fisico, alimentazione ecc... che ritardi di un solo anno la malattia di Alzheimer a 210 mila persone fa risparmiare ai sistemi sanitari 10 miliardi di dollari. E allora: c’è una dieta che può ritardare l’insorgenza della demenza? E’ necessario Indagare”.
A parlare è Sandrine Andrieu, docente di Epidemiologia e salute pubblica all’università di Tolosa, esperta di patologie dell’invecchiamento, intervenuta a “Alimentazione e cervello”, convegno che si è tenuto di recente nel centro di ricerca Nestlè di Losanna. La multinazionale alimentare in quella occasione ha siglato un accordo quinquennale con l’Istituto Brain and Mind dell’Ecole polytechnique federale di Losanna (Epfl) che la impegna e a finanziare con oltre tre milioni di euro una ricerca sull’identificazione di strategie alimentari per rallentare il declino cerebrale. Sappiamo che l’obesità, il diabete, il colesterolo, i grassi trans-insaturi sono tra i fattori di rischio di demenza. Sempre più prove fanno pensare che alluminio, zinco, rame, ferro, modificano la struttura della proteina amiloide, e sono coinvolti negli accumuli patologici. Sappiamo poi che gli omega-6 agiscono da protezione, e che la dieta mediterranea abbatterebbe il rischio di demenza addirittura del 40 per cento. I trigliceridi a catena media hanno effetti positivi sugli animali da esperimento, ma vanno visti sugli uomini e tra 5 anni sapremo se il ginko biloba è effettivamente un Ingrediente protettivo.
“Abbiamo indicazioni sulle proprietà anti-Alzheimer sui topi di un molecola che sta nel succo di melograno, nella buccia dell’uva rossa e del vino rosso. Si potrebbe pensare a uno yogurt che protegga dall’Alzheimer», dice Patrick Aebischer, neurobiologo e presidente dell’Epfl.
(arretrato de La Repubblica - Salute del 7 dicembre 2006)
Autore: Massimo Pomponi

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