La Repubblica / Salute

Un Natale da 5,8 miliardi di euro più pesce e vini, meno ortofrutta ... Quasi 6 miliardi di euro, 5,8 per l’esattezza, con un incremento dell’1,2 per cento rispetto al 2005. Questa la spesa complessiva che gli italiani affronteranno per imbandire le loro tavole, nelle prossime feste. Lo stima la Cia (Confederazione italiana agricoltori), sulla base di un’indagine che l’associazione ha condotto nel Paese, in riferimento sia ai dati dei mercati agroalimentari interni che al commercio con l’estero.
A fare la parte del leone saranno soprattutto carni, pesce, insaccati e spumanti. Per questi ultimi, si prevede una vendita di oltre 80 milioni di bottiglie, il 90 per cento dei quali “made in italy”, mentre le bottiglie di vino supereranno quota 150 milioni.
Secondo le stime, dovrebbero crescere i consumi di polli e tacchini, maiale e derivati, a svantaggio di salmone, caviale e ostriche, il cui calo, rispetto all’anno scorso, è ipotizzato intorno al 15-18 per cento. Tra i dolci, stabili panettoni, torroni e pandori, mentre un po’ più di spazio troveranno prodotti dolci a forte localizzazione, indipendentemente dalla loro appartenenza o meno all’elite siglata doc, dop, igp o igt. Un trend negativo sembra invece emergere per la frutta e la verdura, attese in calo, come volume di acquisti, nella misura del 4,5 per cento. Questo si deve - afferma Cia - ai rincari che si sono avuti nell’anno, al dettaglio e all’ingrosso: andamento di segno opposto rispetto a quanto accaduto nei campi. Nelle feste, conclude la Cia, gli italiani compreranno alimentari per il 56 per cento nella grande distribuzione, per il 24 nei negozi tradizionali, per il 18 nei mercatini e per il 2 da Internet.
(arretrato de La Repubblica - Salute del 7 dicembre 2006)