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La Repubblica / Viaggi

Vivere Slow ... Beaujolais Nouveau, la mezzanotte è sua... Questa notte, ai dodici rintocchi, la Francia e il mondo stappano il celebre vino novello. Un piacere e una grande trovata di marketing... Le Beaujolais noveau est arrivé! La scritta campeggerà dappertutto e il richiamo festoso risuonerà: da questa sera a mezzanotte in tutta la Francia i bistrot, i bar e i ristoranti potranno stappare il.vino novello che arriva dal Beaujolais, territorio tra Mâcon e Lione, al limite orientale del massiccio centrale. Un rito che si ripete ogni anno, puntualmente ogni terzo giovedì di novembre. Una festa anche condivisibile, che ci fa sentire tutti un poco francesi visto che il Beaujolais valica ampiamente i suoi confini e in tutto il mondo se ne può godere, sincronizzati con i cugini d’oltralpe. I più fortunati però saranno i giapponesi, che in virtù del fuso orario hanno diritto a un’anteprima assoluta. Stasera e domani vorrei essere a Parigi per godermi la festa, magari in uno dei miei bistrot del cuore, come Chez René in boulevard Saint-Germain, orgogliosamente e meravigliosamente fermo agli anni Cinquanta, o Le Comptoir du Relais, in carrefour de l’Odeon, dove invece c’è tutta la grazia di un arredo inizio Novecento e la tipica grandeur gastronomica francese, quella più genuina, tutto sommato semplice, ma monumentale. E proprio di questa grandeur - che poi è la capacità di tirare fuori il meglio dai propri terroirs e saperlo vendere benissimo - il Beaujolais nouveau è paradigmatico. Figlio di una zona non enologicamente prestigiosa come le due tra cui si trova, la Borgogna e il Rhône, tuttavia esprime anche dieci cru di tutto rispetto e la buona denominazione Beuajolais Village. Ma il colpo di genio l’hanno avuto con il Nouveau: si tratta di una delle operazioni di marketing meglio riuscite nel mondo del vino, tant’è vero che è servita da esempio in molti altri paesi, tra cui l’Italia che sta lavorando bene con il Novello nostrano.
Hanno creato un grande evento internazionale attorno a prodotto debole, perché si tratta di un vino leggero, che ha vita breve (va bevuto entro sei mesi). Il Beaujolais nouveau deve le sue caratteristiche a un metodo di produzione molto particolare. Si utilizza la macerazione carbonica (inventata qui, si dice per caso): in sostanza i grappoli, raccolti rigorosamente a mano, non sono pigiati e vengono lasciati a fermentare in una vasca sigillata e satura di anidride carbonica. Si schiacciano grazie al loro stesso peso. Per il Nouveau la macerazione è più breve, quattro giorni rispetto al sei/dieci giorni dei cru e del Village. Così si ottiene un prodotto fresco, con grande morbidezza e molto fruttato, davvero beverino: un sinonimo enologico di allegria, che si stappa alla mezzanotte di ogni terzo giovedì di novembre. Il Baujolais inoltre è prodotto da un solo vitigno autoctono, praticamente l’unico coltivato in zona (eccetto piccole vigne di Chardonnay): il Gamay. Si tratta di un altro importante indice di particolarità per un vino che da potenziale fratello povero dei bordolesi è diventato invece una potente corazzata. Se si percorre l’autostrada Lione-Parigi in questi giorni ci si potrà fermare per una delle tante feste nei paesi della zona, prima fra tutte quella a Beaujeu, che inizia questa sera con migliaia di persone in piazza ad attendere la mezzanotte. Si può mangiare la “Tarandouille”, a base di salsicce cotte con vino e cipolle: piatto d’elezione per salutare il vino novello. Il consiglio resta quello di percorrerla fino in fondo, quell’autostrada, e di finire a festeggiare nella Capitale, davanti a un sostanzioso piatto di “rognon à la moutarde”, che dev’essere “comme il faut”, altrimenti non si è a Parigi.

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