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La Repubblica / Viaggi

Vivere Slow ... Asturie, inno al sidro... Campi verdissimi e una costa con scogliere a picco sul rnare. Terra di formaggi e pesca, conserva il rito antico dette sidrerie artigiane... Atterrando all’aeroporto di Oviedo il colpo d’occhio è fulminante: quel che si vede dall’alto è un paesaggio simile a quello irlandese, un reticolato verdissimo di campi e prati e una costa fatta di scogliere a picco, calette con spiagge bianche e sabbiose, altopiani smeraldo. Una volta giunti nelle Asturie, le differenze emergono, ma il retaggio celtico è forte: dalla musica delle gaites, le cornamuse, all’aspetto degli asturiani (biondi e rossi, con occhi chiari), alla bevanda classica del Principato, il sidro, vero oggetto di culto legato alla cultura asturiana. Anche il clima è atlantico e fresco, ricco di piogge che rinverdiscono i pascoli e ne fanno la latteria di Spagna. Il Principato, pur piccolo e sottile, stretto tra il mar Cantabrico, Cantabria, Galizia e Castiglia e León, presenta una gran varietà di territori: la costa pescosa è vicina alle montagne (Picos de Europa,Ubiñas, Sierra del Sueve e Sierra del Cuera), e il paesaggio rurale si fonde con quello costiero. Le Asturie, se si eccettuano i grandi centri di Oviedo, Gijon, Aviles, sono terra di pescatori e contadini. Questo, si rispecchia nella gastronomia locale: dai pascoli giungono oltre quaranta tipi di formaggi (a latte vaccino, ovino, caprino) tra i quali il noto Cabrales; poi gli insaccati quali la “longaniza”, la “morcilla” (sanguinaccio), i “chorizos”, il “tocino” (pancetta), che sono alla base, insieme al fagiolo bianco, del piatto nazionale, la “fabada”, stufato ricco e dall’accentuato sapore affumicato. E dal mare merluzzi, spigole, branzini, code di rospo, ricci, frutti di mare, astici. Se avete pochi giorni vale la pena fermarsi nella cittadina costiera di Avilès, alla foce dell’omonimo fiume. Qui grandi lavori stanno ripristinando la zona portuale per dar vita al Centro Cultural Internacional Oscar Niemeyer, ispirato dal grande architetto brasiliano, che ospiterà auditorium, spazi espositivi, torre panoramica e una grande piazza. Il cuore della città, con la sua architettura fatta di case multicolori e vie porticate, è una gioia per il pedone: nelle belle vie Galiana e Rivero e in piazza España si può oziare mescolandosi agli avilesi che animano il centro. Da gustare la pasticceria: il “Mantecado” (dolce a forma di stella a 4 punte), i “conos”, praline al cioccolato, e le “marañuelas”, brioche nate per la gente del mare vista la loro conservabilità. Una puntata nella dinamica Gijon, passando per il suggestivo Cabo Peñas (riserva naturalistica marina), è d’obbligo: per fare un giro sul lungomare, dove si alternano locali a negozi per il windsurf, e per visitare il Laboral, mastodontica cittadella della cultura che sorge in una struttura voluta da Franco, per ospitare ed educare i figli di minatori periti sul lavoro. Da Gijon si può continuare per Oviedo, attraversando la Comarca de la Sidra, la regione dei meleti e delle sidrerie artigianali. Il rituale asturiano della sidra è qualcosa a cui non ci si può sottrarre, non fosse altro per l’acrobatico modo di versare la bevanda. Gli asturiani si esercitano sin da bambini, sollevando la bottiglia in alto sulla testa e, con un gesto lento, inclinandola per creare un getto alto che centra il bicchiere, per rinvigorire quello che è un succo di mela di 6 gradi. Oviedo infine è una città nobile, che porta fiera nella sua architettura l’impronta cattolica di una Spagna non conquistata dai Mori. Una passeggiata nel centro storico più pulito e curato di Spagna, tra eleganti negozi, librerie e sidrerie, è un vero piacere, come una sosta al Mercato coperto El Fontan, dove acquistare il meglio dei prodotti asturiani.

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