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La Repubblica

L'invasione dei vini dal sapore d'oceano ... così dilaga la moda dell'etichetta straniera
E' guerra dei calici. Gli enologi polemizzano sull'import di bassa qualità: "Fuori dall'Europa le buone bottiglie si contano sulle dita di una mano" ... L'esperto Luigi Frigerio, quotato ricercatore alimentare ed esperto di vini spiega: "dentro quelle miscele trovi tanto legno e pochissimo altro" ... l'Italia denuncia i suoi punti deboli: mode, poca competenza e prezzi troppo alti delle etichette italiane aprono malamente le porte ai vini del nuovo mondo: californiani, ma anche argentini, cileni, neozelandesi, sudafericani ... tra tifosi delle nuove frontiere enologiche e irriducibili sostenitori del vecchio continente, la moda del vino d'oltreoceano sta facendo stragi di cuori e di palati: non c'è ristorante a target giovanilista che non annoveri nella sua carta dei vini etichette californiane, australiane e cilene. Purtroppo - era già successo a suo tempo per le birre latinoamericane - anche in questo caso le cosiddette lineebase vengono spacciate come il meglio della produzione, e il "sapore di bara", giustamente dileggiato dai puristi, contrabbandato come caratteristico e obbligatoriamente piacevole. E invece, lunga e sontuosa è la scia di supervini del nuovo mondo: dal Philip Togni all'Opus One, dal cileno Almaviva ai due vinimito australiani Grange e Yattarna Penfolds, dal neozelandese Cloudy Bay al sudafricano Kleine Costantia. Il vero guaio è che la comune strategia di conquista dei mercati europei è partita dal basso mentre le produzioni di alta gamma sono arrivate in Italia a piccolissime dosi. Il decollo della spesa degli appassionati ha indotto i grandi produttori del nuovo mondo a modificare rapidamente le coordinate: certo, i costi continueranno a essere alti, ma finalmente sarà più facile uscire dall'enodiarchia Italia-Francia senza dover per forza bere un estratto di botte. Americana o francese, ovviamente.


Le cifre: nel 2000, in Italia, import di 683 miliardi ed export di 4.711 miliardi; il giro d'affari del vino italiano è di 16.000 miliardi; l'aumento delle produzione di vino, negli ultimi 5 anni, in Australia e Nuova Zelanda è del 50,9%, nel Nord America e Sudafrica del 40%; la produzione è diminuita invece in Argentina del -12,5% ed in Italia -1,5%; il consumo nel mondo adesso è di 189 milioni di ettolitri all'anno e, nel 2005, sarà di 198 milioni di ettolitri

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