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La Repubblica

Vino, è l'ora del novello l'Italia sfida il beaujolais. Annata record, quasi 20 milioni di bottiglie, ottima la qualità prevista ... Le prime bottiglie hanno cominciato a circolare nei giorni scorsi, in maniera semiclandestina, ognuna con minaccioso cartellino addosso: "E' vietata la commercializzazione fino alla mezzanotte del giorno 6". In realtà, in Italia, si comincerà a bere novello a partire dalla notte di domani, a Vicenza, dove l'Istituto del Vino Novello e Vicenzafiere hanno organizzato una fiera, con "deblocage" anticipato. L'appuntamento con il "Beaujolais est arriveé" tradotto in italiano è una coperta che si accorcia, anno dopo anno: così, se in Francia dietro alla sigla "JZ" (jeudi zero) c'è una lunghissima tradizione che inchioda la prima degustazione all'ora 0 del terzo giovedì di novembre, la trasposizione italiana è anticipata di dieci giorni. Allo stesso modo, se i nostri cugini utilizzano esclusivamente uva Gamay, noi ci divertiamo a fare novelli con un ventaglio larghissimo di uve, dal Nero d'Avola al Teroldego. In compenso, i tentativi di sottrarre il Novello alla banalità del vino di prontissima beva aumentano insieme ai dati di produzione e di vendita: è il caso dei trentini della Cavit che hanno lanciato un'etichetta, "Terrazze di Luna", a rappresentare un "nouveau" più strutturato ed elegante, e dei toscani di Rocca delle Macìe, che utilizzano esclusivamente uva Sangiovese da vitigni a basso rendimento (e quindi di maggior concentrazione). Il resto, è tutto nella tradizione importata del "deblocage", diversamente vissuta dai grandi gourmet italiani: se ai «Balzi Rossi» di Ventimiglia, il Beaujolais è stato sempre considerato occasione di festa, i milanesi "Aimo e Nadia" non hanno ancora trovato un Novello che meriti di essere inserito nella carta dei vini. Ma i francesi stessi si dividono in nome del Beaujolais, se è vero che secondo il sondaggio condotto nei giorni scorsi dalla "Revue du vin de France" - la più prestigiosa rivista di vino del mondo - oltre la metà degli intervistati considera il "deblocage" una mera operazione di marketing.

I numeri

La produzione: nel 2000 la produzione fu
di 17,5 milioni di bottiglie. Quest'anno, è la previsione, si toccherà quota 18,8 milioni

Crescita costante

Da anni la produzione del Novello è in crescita. L'anno scorso l'aumento era stato del 10%, quest'anno sarà del 7%

Più Nord che Sud

I produttori sono 217 al Nord, 78 al Centro e 49 al Sud. Il maggiore incremento (+55,7%) è avvenuto però nel Lazio

I pareri degli chef

"A me quei profumi pacciono" - Gualtiero Marchesi: abbinatelo alla cucina di casa ... "il Novello ha una sua collocazione come vino di tutti i giorni, da pasto, non impegnativo. Si parla tanto di abbinamenti, ma gli abbinamenti si fanno con i grandi vini, mentre il novello è proprio un vino per accompagnare la cucina corrente di casa".

"Spiacente, ne faccio a meno" - Alfonso Iaccarino: "il buon bere è tutta un'altra cosa". Le Tre Stelle di Sant'Agata dei due golfi brillano senza novelli. E Alfonso Iaccarino, patron con passione sviscerata per i vini (oltre 1.200 etichette nella sua celebre cantina) lo racconta senza imbarazzi. Perché niente novelli nel suo locale? "Per una scelta globale. Non li accetto fisicamente, nel senso che il mio corpo non li tollera bene. E non li accetto ideologicamente, per quello che c'è dietro al progetto. Il mio concetto di vino è molto diverso". Stesso discorso per i Beaujolais?
"Diciamo che qui è un po' peggio..."

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