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La Repubblica

Bacco, elisir di bellezza: dalla Francia arriva in Italia la moda della vinoterapia ... Impacco al merlot, massaggio sauvignon, gommage cabernet. Una carta dei vini di tutto rispetto, ma non chiedetela al sommelier. Perché si trova solo nei pochi centri dove si esegue un trattamento che permette, anche agli astemi, di godere dei benefici di Bacco: la vinoterapia. Nata in Francia, esportata negli Stati Uniti, ora si diffonde anche in Italia, fra terme, beuty farm e grandi alberghi. Come il Relais San Maurizio, nelle Langhe, ex monastero seicentesco riconvertito alla wellness, che inaugererà a dicembre il proprio centro per l’enoterapia ...

La storia

La vinoterapia è stata applicata per la prima volta in Francia, a Martillac, nel centro “Les Souces de Caudalie”, aperto nel 1990. Elaborata dal farmacologo Jeseph Vercauteron, dell’Univesità di Bordeaux, sulle proprietà dei polifenoli, componenti principali degli acini d’uva.

Principi attivi

I polifenoli: formano uno scudo contro i radicali liberi, stimolano il rinnovamento delle cellule, dell’elastina e del collagene.

I procianidoli: ssercitano un’azione antiossidante e lenitiva 50 volte più potente di quella della vitamina E.

Gli antociani: aumentano la resistenza venosa e riattivano il microcircolo.

Trattamento

I principi attivi vengono immessi sottocute da veicolanti (creme o macchinari elettrici). La terapia può essere effettuata con massaggi, maschere, idromassaggi, impacchi. Particolarmente efficaci la idroionoforesi e la magnoterapia.

Applicazioni

Fra le più diffuse:

- Maschere e massaggi con olio di semi di vinaccioli, con acini e mosto fresco

- Impacchi all’estratto di mosto

- Peeling con vinaccioli e miele

Effetti:

- Riduzione delle rughe

- Distensione e tonicità della pelle

- Riattivazione della circolazione

- Elasticità cutanea

- Scomparsa di edemi e gonfiori

- Riduzione della fragilità capillare

- Riduzione della circonferenza degli arti inferiori

- I risultati si mantengono inalterati nel tempo.

L’esperta di medicina estetica: “Ma farci il bagno è un’assurdità”

“Bagni nel vino? Sciocchezze. Sarebbe come immergersi in acqua ed alcol, e fa tutt’altro che bene alla pelle”. Dopo lunghi ed accurati studi, Silvana Levi, specialista in medicina estetica, sa di che cosa parla. E’ lei il consulente del Realis San Maurizio di Santo Stefano Belbo, nel cuneese, dove alla fine dell’anno sarà inaugurato un centro per l’enoterapia. Che però la dottoressa pratica già, da tempo e con successo, nel suo studio di Alba. In che modo i principi attivi dell’uva apportano benefici alla nostra salute? “I polifenoli, che sono i componenti più importanti ed efficaci, devono essere veicolati nell’organismo, per questo dico che un semplice bagno nel vino è inutile, e soprattutto non si basa su alcun presupposto scientifico. Per far penetrare sottocute i polifenoli servono dei veicolanti, come le creme ai liposomi o, meglio ancora, alcuni macchinari come la idroionoforesi”.
Quali sono gli effetti immediati? “Un visibile ringiovanimento, le rughe si distendono, la pelle si rassoda, si tonifica, l’ideale per chi soffre di scarsa eleasticità o secchezza cutanea. Ma gli stessi principi sono efficaci anche per il microcircolo. Gli antociani, in particolare, hanno un effetto immediato su edemi e gonfiori. Dunque anche sulla cellulite. E, quel che più conta, i risultati si mantengono nel tempo”.
La terapia ha dunque un solido fondamento scientifico. Ma non sarà una delusione per chi si aspetta un’esperienza inebriante, tra effluvi di mosto? “Posso assicurare che non sarebbe affatto piacevole respirare a lungo un profumo intenso di vino. Con la terapia, certo, il paziente non si stordisce, ma l’aroma è gradevole, rilassante. D’altronde quella utilizzata è la parte nobile del vino, quindi il profumo si sente, eccome”.

L’”inventore “ del Brunello: “La mia cura è un bicchiere di rosso”

Franco Biondi Santi il bagno nel vino non l’ha mai fatto. Anche se ne produce settantamila bottiglie l’anno. La sua famiglia ha “inventato” il Brunello di Montalcino più di un secolo fa, e questo signore di ottant’anni, che si definisce “un vecchio agricoltore”, risponde con una risata alle applicazioni del vino nella cosmesi. E dall’alto della tenuta “Greppo”, in provincia di Siena, fra colline e cantine, ne consiglia un uso più tradizionale. “Il vino va bevuto, è questa l’applicazione che preferisco”.
Non sarebbe curioso di provare, almeno una volta, la vinoterapia? “Io sono la prova vivente che la migliore vinoterapia è un bel bicchiere di vecchio rosso, che protegge il cuore, le arterie ed aiuta la circalazione. Ora gli studiosi americani stanno rivalutando anche il bianco, pare sia salutare per i polmoni. Comunque sia, io bevo vino da una vita, faccio tutti i giorni la pennichella pomeridiana, e sono ancora in piena attività nonostante non sia più un ragazzino”.
Non si fida dunque del trattamenti offerti dai centri benessere? “Allora quando i contadini pestavano l’uva, dovevano avere dei piedi stupendi! Il problema è che il vino si presta alle speculazioni, alcuni produttori lo mettono in commercio anche a soli sei o tre mesi dalla vendemmia, dunque hanno bisogno di un giro rapido di denaro e di una immediata promozione e diffusione. Altra cosa sono la cultura e la tradizione del vino. Il giornalista ed enologo americano Burton Anderson ha definito il nostro “Brunello” un vino da meditazione”. Più benessere di così….” Allora, niente maschera al mosto contro le rughe? “No, grazie. Sul volto di un vecchio le rughe sono affascinanti”.

La vinoterapia in Italia

In Piemonte, a Santo Stefano Belbo; in Veneto, ad Abano Terme: in Emilia Romagna, a Sassuolo; in Toscana, a Radda in Chianti; in Abruzzo, ad Ortona.

I costi della vinoterapia

Per Un "Vinoday", in Italia, dai 150/400 Euro; in Francia, a "Le Sources de Caudalie", 2.070. sette giorni di trattamento. (arretrato de "La Repubblica" del 30 settembre 2002)

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