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La Repubblica

Ducasse parlerà toscano, lo sbarco del re degli chef: il cuoco manager francese in Italia tra un anno. A Castiglion della Pescaia due ristoranti in una tenuta con campo da golf e centro benessere. Un raffinato relais a metà strada tra Roma e Firenze: "Ci sarà il meglio di tutto"
Un locale più grande di impronta regionale e uno più piccolo per l´alta gastronomia ... Pioggia di stelle e di novità per Alain Ducasse, 46 anni, lo chef-manager più famoso e di gran lunga più stellato della storia della ristorazione: due giorni fa la Guida Michelin ha restituito la terza stella, incomprensibilmente strappata l´anno scorso, al suo Louis XV di Monaco, e ha confermato tutte le altre stelle ai suoi locali (vedi sopra). Oggi viene ufficialmente confermata la notizia della quale erano sinora trapelati spezzoni di imprecise informazioni: Ducasse sarà partner di Vittorio Moretti e Martino De Rosa (Gruppo Moretti Costruzioni, Cantine Bellavista e Contadi Castaldi in Franciacorta, Petra a Suvereto, Hotel l´Albereta a Erbusco, Cantiere Navale e tanto altro per un totale di 75 milioni di euro di fatturato) nella realizzazione di un grande progetto di alta hotellerie, ristorazione e «bien vivre» a Castiglione della Pescaia.
All´interno della tenuta la Badiola, oltre quattrocentottanta ettari, già dimora del Granduca di Toscana, stanno entrando a regime trenta ettari di vigneti per la produzione di «vini mediterranei del tutto originali» dice Martino De Rosa «e che quindi nulla hanno a che vedere con ciò che già facciamo in Franciacorta e a Suvereto». All´interno del nuovo complesso ci saranno poi cinquanta ettari di uliveto con frantoio di proprietà, poi un campo da golf di diciotto buche con club house, un avanzatissimo centro-benessere e soprattutto un raffinato relais con nove esclusive suite (nella villa padronale) e trenta junior-suite nella cosiddetta fattoria adiacente.Infine i ristoranti: saranno due, entrambi firmati e diretti da Alan Ducasse. Uno di una settantina di coperti di «netta impronta toscana» sottolinea Ducasse, e l´altro decisamente più piccolo, di alta gastronomia, dove sarà declinata la cucina del territorio, che lo chef francese molto ama, in chiave ducassiana.
Tutto per un investimento complessivo che sfiora i venti milioni di euro. «L´iniziativa è nata quasi per caso dall´incontro, propiziato da amici comuni fra me e Alain Ducasse, dice Martino De Rosa. Abbiamo trovato una reale profonda, coincidenza di vedute circa i concetti di qualità della vita e delle nostre rispettive attività. Abbiamo approfondito l´idea, abbiamo sviluppato il progetto e siamo partiti. I lavori sono iniziati già da parecchi mesi e tutto sarà pronto nella primavera 2004. Abbiamo cercato e cercheremo il meglio di tutto, dai progettisti, che già hanno completato il loro lavoro, ai materiali, all´arredamento e, va da sé, alla cucina e all´ospitalità».
La Badiola gode di una posizione eccezionale, a tre chilometri dal mare con vista diretta sull´isola del Giglio, un´ora e mezzo sia da Roma sia da Firenze e due ore da Genova.

Il personaggio: "È vero: dicevo jamais à l´Italie ma ci ho ripensato"

«Jamais à l´Italie», mai in Italia, ha ripetuto per anni Alain Ducasse agli amici che gli domandavano come mai non pensasse a realizzare un locale in Italia. E aggiungeva «non c´è ragione perché proprio io, che adoro la cucina italiana nella sua straordinaria ricchezza venga a misurarmi con prodotti e piatti nei quali gli italiani sono maestri».
Alain Ducasse divide oggi le sue giornate fra Monaco, Parigi e New York. La sua forza sta nella capacità di delegare e responsabilizzare fortemente i collaboratori. «La mia organizzazione è fondata sul concetto di qualità assoluta - dice Ducasse - e funziona soltanto se scelgo le persone giuste con le quali lavorare. In cucina, in sala, nella messa a punto dei nuovi progetti, nella scuola di cucina, nella realizzazione dei libri, sono circondato da grandi professionisti, collaboratori di lunga data, alcuni dei quali sono con me da vent´anni».
Perché la svolta, con la Badiola? «E´ una questione di feeling, di sintonia con il luogo, con il territorio, soprattutto con le persone. E´ un bellissimo progetto che punta sulle peculiarità dell´ambiente, sulla possibilità di fare qualcosa di unico, di diverso da tutte le altre situazioni in cui mi sono cimentato». E la cucina? «Sarà la cucina che io amo, fondata sul pesce, sui prodotti del territorio e su quelli che ricaveremo dalle risorse della proprietà, dal vino all´olio, dall´orto agli animali da cortile, all´insegna della qualità assoluta, una cucina italo-ducassiana. E´ una grande scommessa nella quale mi considero fortemente impegnato. Insomma, ci credo» (arretrato de "La Repubblica" del 9 febbraio 2003).

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