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La Repubblica

Il gran toscano oggi alla prova cruciale ... Il giorno dei Grandi Toscani: oggi per la prima volta, un ventaglio dei migliori rossi in produzione verrà esibito nelle sale dello Chateau Angelus, premier grand cru di Saint Emilion, una delle denominazioni-cult del Bordolese. L’appuntamento è di quelli da acquolina in bocca, e non solo per il valore indiscusso delle etichette che sfileranno sulle tovaglie di broccato del castello. Certo, i nomi sono quelli che hanno molto contribuito a fare della Toscana una super-regione, addirittura una sorta di nazione a parte, almeno per come la percepiscono i viaggiatori stranieri secondo un recente sondaggio operato nella stagione della rinascita del turismo. Ma a rendere la manifestazione di oggi davvero speciale sono anche altri fattori, primo fra tutti la sua “location”. Come dire che questa volta finalmente, il vino italiano entra nell’Empireo enologico dalla porta principale: non più le asettiche sale di un locale pubblico – al di là della piacevolezza del Relais & Chateau Saint James, che ha ospitato la degustazione di Baroli nell’ultima edizione del Vinexpò – ma addirittura l’intimità delle sacre stanze del castello di un grande produttore. el resto i cosiddetti “Supertuscans” continuano a incantare appassionati e intenditori di tutto il mondo. In questo, poi, la particolarità è nella selezione dei vini italiani, tutti in arrivo dalle colline senesi. Vittorio Galgani, presidente della Camera di Commercio locale ha lanciato la sfida senza abbassare lo sguardo: “Vogliamo dimostrare l’altissima qualità dei più prestigiosi territori di Toscana, che nulla hanno da invidiare ai grandi cru di Francia”. A farsi degustare dal severissimo drappello costituito dal Grand Jury Européen du Vin, guidato da Enzo Vizzari, direttore delle guide gastronomiche dell’Espresso, saranno i rivali di ieri. Perché - altra storia inedita - i produttori toscani stanno imparando a fare fronte comune invece di uccidersi a sguardi, un po’ come i “Barolo boys” piemontesi, che tanto successo hanno riscosso negli ultimi anni anche in virtù di un patto di mutua solidarietà. L’ultimo periodo di crisi, infatti, ha insegnato che da soli non si va da nessuna parte. Oppure ci si va, ma con fatica almeno doppia. E allora, dalla famiglia Mazzei a Frescobaldi, da Franchetti (Trinoro) ad Avignonesi, giù giù fino a Biondi Santi e Antinori, oggi l’unione farà la forza. Sorseggiando grandi vini italiani in terra di Francia. (arretrato de "La Repubblica" del 23 giugno 2003)

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