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La Repubblica

L´era delle cantine d´autore Botta, Piano e i grandi vini. Nelle campagne toscane il boom dei progetti miliardari affidati alle firme più note dell´architettura internazionale: a Suvereto sbarcano i Moretti di Franciacorta, a Gavorrano la star Lafite e Castellare. E Sartogo, progettista di Coltibuono, ha firmato per Frescobaldi a Montalcino ... Cattedrali del vino. Sono le nuove cantine disegnate da famosi architetti. Massicce, monumentali, astronavi in cemento e pietra tra colline di vigne. Segni importanti nel paesaggio toscano, che aprono quanto c´è di più tradizionale nella nostra terra al contemporaneo. Alcune sono già in funzione, altre in costruzione. Una strada aperta anni fa da Piero Sartogo, architetto italiano affermatissimo all´estero, Stati Uniti in special modo, che ha progettato le cantine di Badia Coltibuono in Chianti, e recentemente quelle di Frescobaldi a Montalcino. Investimenti miliardari, che fanno della Toscana una terra d´elezione. Eccone la prova. Mentre sono appena iniziati i lavori per realizzare il progetto di Renzo Piano per Rocca di Frassinello nelle campagna di Gavorrano, joint venture tra Castellare di Castellina e Chateau Lafite-Rotschild, è festa a Suvereto, in provincia di Livorno, per l´inaugurazione di Petra, l´azienda vitivinicola di Vittorio Moretti, progettata dall´architetto svizzero Mario Botta. Due cattedrali del vino, entrambe in Maremma, zona che si annuncia tra le più promettenti per il futuro dei vini toscani. Vittorio Moretti, impresario edile oltre che produttore dei marchi Bellavista e Contadi Castaldi in Franciarcorta nel bresciano, racconta la sua avventura toscana, iniziata tre anni fa delle cantine della tenuta di Petra, 300 ettari di vigneti, boschi e uliveti. L´amico Mario Botta ha disegnato per lui una struttura che si sviluppa su 8 mila metri quadrati, per una capacità produttiva di 800 mila bottiglie, cos. Un progetto poderoso, costato oltre 15 milioni di euro, che sarà diretto dalla giovane figlia Francesca. «L´architettura si è posta al servizio dell´enologia - spiega Moretti - Volevamo un cantina moderna, funzionale, rispettosa delle tradizioni della Maremma, un territorio unico ricco di storia e bellezza. Sul modello degli chateaux francesi. E Botta ha dato un volto bello, espressivo, alla razionalità del nostro pensiero produttivo». Così l´architetto descrive il suo intervento: «Moretti mi aveva portato uno schizzo, un cerchio con ai lati due braccia rettangolari. È esattamente il progetto che ho elaborato, inserendolo nelle pendici dei vigneti. Un volume cilindrico rivestito di pietra, tagliato nella parte superiore con un piano inclinato e parallelo alla collina». Un anello che si erge sul territorio coltivato, per accogliere al centro i serbatoi di acciaio per la vinificazione. Al piano terra e nel sottosuolo, gli spazi per le botti in rovere e per l´invecchiamento del vino. Ed qui che già si producono le etichette Petra Val di Cornia e Petra Igt Toscana, ma Francesca Moretti, guarda avanti e già progetta merlot e altri cru.A poco più di 35 chilometri da Petra, sono iniziati i lavori per realizzare le cantine disegnate da Renzo Piano. Un investimento di 20 milioni di euro (terreno, impianto delle vigne e costruzione) per Paolo Panerai, socio di riferimento di Rocca di Frassinello, oltre che amministratore delegato di Class Editori, insieme al noto produttore francese Chateau Lafite-Rotschild. Un edificio in gran parte sotterraneo che si sviluppa per circa 8 mila metri quadrati. Intorno, 500 ettari di cui 125 a vigna. La cantina è un cubo di 46 metri di lato occupato da 2.500 botti di rovere disposte a gradoni concentrici e discendenti come un´arena. All´esterno, un padiglione vetrato, attraversato al centro da due torri: «Un richiamo al modello del villaggio toscano» ha spiegato Renzo Piano, presente in video da Parigi alla presentazione del suo progetto, ad agosto, durante una seduta del consiglio comunale di Gavorrano, che nella stessa riunione ha approvato una variante per le due torri. Tutto l´intervento sarà ultimato nell´estate del 2004, per accogliere la vendemmia e i vini del Monteregio doc.«Benvenute le cattedrali del vino - dichiara infine l´enologo padre del Sassicaia Giacomo Tachis - purché in quelle cantine si ospitino grandi vini. Perché la grande architettura non sta nell´artificio delle cantine, ma nel vigneto. Il vino non dà spettacolo, nasce povero, dà emozioni di sapori, profumi e colori, se poi la cantina è firmata da un famoso progettista, va benissimo». E si congratula anche Gianni Pettena, docente di architettura contemporanea all´università di Firenze, per la scelta dei produttori-mecenati: «Che ben vengano interventi nel paesaggio in nome della qualità architettonica, a scapito di certi capannoni da periferia industriale che si vedono anche nel Chianti».

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