02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Repubblica

"In una vigna c´è tutta la storia dell´uomo"… «Il mio amore per il vino va oltre il piacere di berlo. Il vino è un museo che vive, testimone della storia dell´uomo. è il riflesso di chi lo produce, della terra che lo produce: è cultura». Cinema e vino sono gli amori del regista di Mondovino Jonathan Nossiter, 44 anni, figlio di un inviato del "Washington Post", nato negli Usa, cresciuto in Francia, Italia, Grecia, Inghilterra, India. «Dai 15 ai 20 anni sono stato sommelier e quando sono passato al cinema gli amici mi incitavano a fare un film sul vino. L´idea è nata da un incontro occasionale con la famiglia De Montille, i due figli di Hector, viticultore da generazione, hanno da poco una loro vigna. Mi ha colpito il rapporto padre-figli, la cultura del vino come patrimonio di storia e di memoria che si trasmette. Ho pensato a mio padre, al patrimonio morale che mi è rimasto di lui, ai suoi principi di onestà, di libertà di pensiero, di coraggio nei confronti dei potenti».
Il coraggio Nossiter lo ha dimostrato. «Mondovino non è un film per esperti, è una storia di esseri umani legati a una professione particolare, che richiede passione e dedizione. Di padre in figlio si riflettono i momenti storici e culturali, le leggi di un paese», dice Nossiter, ma ammette che «è anche un film militante contro l´uniformazione del gusto, il tradimento delle tradizioni. Il vino segue i mutamenti sociali. Nel clima di libertà negli Usa degli anni ´70, insieme alla vitalità del cinema che produceva di tutto, piccoli film indipendenti e blockbuster, Cassevetes e Scorsese, c´era la varietà dei gusti, in California nascevano piccole vigne dalle produzioni diverse. Con gli anni ´80 di Reagan, è finito il tempo della creatività nell´arte, nel cinema, e anche nel vino. Che è diventato business e purtroppo nel mercato ad imporre il gusto è il paese dominante, cioè l´America. Come i Romani seminavano Falerno nei paesi conquistati, le multinazionali Usa che incamerano grandi vigne d´Europa impongono il sapore edulcorato, tra mela e vaniglia, un po´ infantile, indotto da decenni di Coca Cola. Ma la speranza c´è, almeno fino a quando ci sono produttori come Battista Columbu che, rifiutando offerte vantaggiose, riesce in Sardegna a mantenere integra la sua Malvasia».

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su