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La Repubblica

"Tregua" enologica tra Europa e Usa... Dopo vent´anni di discussioni e «guerre» enologiche l´Unione Europea e gli Stati Uniti hanno firmato un armistizio sul vino che però divide, fa discutere.
È stato infatti raggiunto un accordo iniziale che dovrebbe proteggere le denominazioni dei vini comunitari come chianti, champagne, marsala o tokaj. Con l´accordo l´America si impegna a presentare al congresso una proposta di legge che accresca la tutela di 17 denominazioni europee di vino attualmente non protette, tanto che ora è possibile ritrovarsi in tavola un Chianti prodotto non sulle colline toscane ma nella Napa Valley. L´Europa dal canto suo accetterà alcune pratiche enologiche statunitensi.
Ma l´accordo sul vino divide, provoca reazioni diverse all´interno degli stessi partiti di governo, dal momento che si può vedere come una bottiglia mezza piena o mezza vuota. Se infatti il ministro delle politiche comunitarie e dell´Agricoltura Gianni Alemanno (alleanza nazionale) lo giudica «un indiscutibile successo che tutela i marchi di eccellenza della produzione vinicola italiana e del vecchio continente», da Forza Italia il parere è opposto.
Secondo il portavoce di Forza Italia al parlamento europeo Giuseppe Castiglione, l´accordo produrrà infatti più danni che benefici. «Ci sarà una perdita di competitività dei produttori nazionali a fronte dell´importazione di vino americano di minor qualità e prezzo», insiste il parlamentare che fa parte della commissione Agricoltura a Bruxelles.
Sulla stessa linea la Confagricoltura che valuta insoddisfacenti i risultati dell´accordo. «Si sono fatte troppe concessioni agli americani approvando tutte le pratiche enologiche in vigore negli stati uniti. Questo significherà che in Europa verranno commercializzatati vini preparati con metodologie rifiutate da sempre sul nostro territorio». In pratica, sottolinea la Confederazione italiana agricoltori: «Significa per gli Usa la possibilità di esportare vino con il 7% di acqua aggiunta o insaporiti con trucioli di legno».

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