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La Repubblica

Computer, satelliti e acini biotech, parte l´attacco alle bottiglie europee… C´era una volta il vino della Vecchia Europa. Ora è passato: arriva il vino dell´era globale, californiano o cileno, sudafricano, australiano o domani cinese. Produzione ipertecnologica, aiutata da computer, foto e rilevazioni con i satelliti della Nasa, biotecnologie. Ha aroma e sapore di barrique al meglio, ma costa solo 2,60 euro al litro. Non bastavano le tensioni tra Bush e i francotedeschi sull´Iraq o sull´ambiente: adesso tra Vecchio e Nuovo mondo esplode anche la guerra del vino. E l´Europa, sola contro gli States e l´America latina, l´Africa australe e l´Asia, rischia di perderla.
Il 2005, notano i tedeschi di "Der Spiegel" e gli americani di "Newsweek", in piena concordia, potrebbe chiudersi come il primo anno in assoluto nella storia in cui il Vecchio continente alla fine avrà importato vino più di quanto non ne abbia esportato nel resto del mondo. «Gli europei hanno dalla loro la tradizione, noi la ricerca e lo sviluppo tecnologico», avverte Jim Fortune dell´istituto enologico australiano. E il produttore cileno Eduardo Agosin incalza. «Se Leonardo da Vinci vivesse oggi e volesse produrre vino, lo farebbe come noi, con le tecnologie più moderne».
La globalizzazione sbarca nel mondo enoico, la bottiglia bordolese diventa prodotto mondializzato come le auto utilitarie, i blue-jeans, le fotocamere digitali o gli spazzolini da denti elettrici. E ancora una volta, il trend globale minaccia di cogliere il continente europeo impreparato. «Sì, è vero, gli europei hanno paura», conviene la tedesca Monika Christmann, dirigente della "Organisation internationale de la vigne et du vin": sono rimasti a tecniche e metodi di ieri. Dalla Napa Valley californiana, quella immortalata nello splendido film "Sideways" in cui due vecchi amici si ritrovano assaggiando rossi da una vigna all´altra come se fosse Borgogna o Provenza e non West Coast, ai territori enoici cileni, dall´Australia fino ai primi vigneti della Repubblica popolare cinese, nuove tecniche - assolutamente proibite nel Vecchio continente ma consentite altrove - permettono di lanciare sul mercato grandi vini a prezzi contenuti.
Dall´arricchimento di sapore e di gradazione alcolica con enzimi all´eliminazione degli zuccheri, dalla "rotofermentazione" agli improvvisi o graduali abbassamenti e rialzi di temperatura per simulare mutamenti climatici e nuove condizioni del "terroir" (il terreno o territorio vinicolo con le sue condizioni geografiche, geologiche e ambientali), le nuove tecnologie rivoluzionano la produzione dei vini. E l´Europa, almeno per il momento, sta a guardare. I californiani hanno inventato la cosiddetta "spinning cone column", la macchina che scompone il vino e lo ricompone artificialmente per ottenere di volta in volta l´effetto desiderato, o l´aggiunta di elementi di polvere di quercia. I cileni ricorrono allo scanning dei territori o persino dei singoli acini d´uva con riprese dei satelliti della Nasa per selezionare sapore e invecchiamento. I cinesi hanno ingaggiato esperti australiani e sudafricani, ed è ampiamente noto che sono veloci a imparare. «Se possono diventare capaci di montare una Porsche o una Bmw - avverte il settimanale tedesco "Der Spiegel" - possono apprendere allo stesso modo a produrre vini di qualità».
L´Europa reagisce in ordine sparso, e come al solito divisa. I francesi si arroccano a difesa di metodi e tradizioni, ma anche da loro ex manager Lufthansa come l´olandese Arjen Pen, introducono produzioni accelerate attorno a Bordeaux. La stessa sfida riguarda italiani e spagnoli. La produzione vinicola, dicono gli esperti sudafricani, deve inseguire il consumatore e non più solo il suo illustre passato. Un domani non lontano, ci avvicineremo alla clonazione enoica: annate e produzioni diverse che si somiglieranno sempre più, secondo le richieste del mercato.
Tradizione, sapori esclusivi e diversità resteranno forse curiosità folcloristiche della Vecchia Europa, una patetica Disneyland per il resto del mondo (arretrato del 31 ottobre 2005).


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