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La Repubblica

Spremuta d´uva e caldarroste con l´autunno torna il novello... Decine di cantine associate al movimento del turismo del vino per tutto novembre offriranno calici del nuovo arrivato. La foto è perfettamente in linea con il primo week end di novembre appena trascorso: giornate uggiose, vetri che si appannano, voglia di uscire pari a zero. Affondati in poltrona o giocando a carte, sgranocchiare una manciata di caldarroste sorseggiando un bicchiere di spremuta d´uva - ovvero il Novello - è un buon modo di coccolarsi, tenendo lontano freddo e malinconia.
Il rito, importato senz´ansia di primato dalla Francia, si ripete anche da noi con allegra cadenza annuale. Per evitare confronti imbarazzanti - la tradizione del Nouveau è patrimonio ultracinquantennale della gastronomia francese - anticipiamo abbondantemente il battesimo lionese. Infatti, il nostro «déblocage», lo sbloccaggio del novello, è avvenuto già venerdì sera, al termine della cena di gala con cui ogni anno nel primo fine settimana di novembre alla Fiera di Vicenza si festeggia l´arrivo delle nuove bottiglie.
Giunto al diciottesimo appuntemento, il Salone del Vino Novello, che si svolge nei saloni della fiera orafa, ha festeggiato le 180 aziende produttrici presenti, premiato i sommeliers vincitori di un concorso monodedicato, esibito i numeri della nuova annata, brindato con la primizia enologica, quest´anno dicono di qualità eccellente: merito della raccolta precoce delle uve, che ha loro evitato il calvario di piogge di settembre.
In Francia, invece, c´è ancora tempo. «Le Beuajolais Nouveau est arrivè» - il cartello celeberrimo che compare su tutti i bistrot dalla Normandia alla Provenza - è ancora di là da venire.
L´appuntamento, infatti, è fissato per legge al terzo giovedì di novembre, che quest´anno cade il giorno 17. Per allora, complici le piogge e i primi freddi seri, sarà anche arrivato il momento migliore delle escargots, da cucinare in fricassea o alla provenzale, accompagnamento secolare del primo vino della vendemmia appena conclusa.
La ritualità, conservata con puntigliosa attenzione, dà forza al Nouveau. Intanto, mentre i venti milioni di novelli italiani portano il marchio di molti vitigni autoctoni, così che ogni regione ha il suo vino nuovo, il Beaujolais Nouveau da di sé un´immagine univoca, essendo realizzato con un solo vitigno, il Gamay Noir à Jus Blanc. Rigorosa anche la vinificazione, che si basa su una fermentazione tradizionale e una macerazione semicarbonica (con le uve chiuse ermeticamente per innescare rapidamente il processo) interamente naturale. In quanto alla commercializzazione, ogni terzo mercoledì di novembre, la grande piazza Bellecour di Lione si riempie di centinaia di Tir, pronti a trasportare il gioiellino d´uva in tutta Francia e all´estero: a partire dalla mezzanotte, la festa lionese si ripete in duecento città francesi, dove i sessanta milioni di bottiglie prodotte verranno consumati prima che la primavera si esaurisca.
Da noi, il primato di produzione è di appannaggio della Cavit, con un milione di esemplari. E per una volta qualità e quantità sono in rima baciata, se è vero che «Terrazze della luna», novello di uva Teroldego prodotto dalla cantina trentina, ha superato i Nouveau nella classifica di Wine Spectator. Se l´appuntamento con la festa del Novello vi è sfuggito, comunque non preoccupatevi: decine di cantine associate al movimento del Turismo del Vino (www. movimentoturismovino.it) sono pronte ad accogliervi per tutto novembre. Le caldarroste, portatele voi.

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