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La Repubblica

Parigi vende i vini di Chirac all’asta la cantina del Comune ... Il sindaco Dalanoe sceglie la sobrietà: via le bottiglie più costose... I fasti dell’era Chirac vengono dispersi e ceduti all’asta al miglior offerente, ai collezionisti e agli amatori in grado di spendere cifre da capogiro. I nostri tempi chiedono modestia e sobrietà (in tutti i sensi) e il sindaco della capitale, Bertrand Delanoe, ha deciso di mette all’incanto quasi tutta la prestigiosa cantina dell’Hotel de Ville, parzialmente costruita durante il lungo regno di Jacques Chirac, primo cittadino dal 1977 al 1995. Non che l’attuale presidente sia un grande amante di Bordeaux e Borgogna, visto che la sua bevanda preferita è la birra. Ma nella sua lunga marcia verso l’Eliseo non ha mai lesinato sulla pompa per impressionare i suoi ospiti e offrire a tutti, da Breznev a Giovanni Paolo II, bottiglie di un prestigio incomparabile.
Delanoe, invece, non ha grandi ambizioni, non ama le cene sfarzose. Preferisce i cocktail in piedi, dove si serve soprattutto champagne. E malgrado le resistenze di qualche assessore, ha deciso di vendere al miglior offerente tre quarti della cantina, cioè 4mila 960 bottiglie. Il successo finanziario è assicurato: tra ieri e oggi il Comune dovrebbe incassare una cifra stimata di 760mila euro. Un bel successo dovuto ad un uomo solo, Bernard Bled, un alto funzionario appassionato di vini, che ha comprato per cifre modeste bottiglie che oggi valgono una fortuna. Uomo di destra, non critica la decisione per ragioni politiche ma per filosofia: “C’è un lato puritano in questa scelta, io sono un epicureo”.
Ma l’amministrazione giustifica la decisione con due motivi. Il primo è la rarefazione di pranzi e cene protocollari. E in qualche modo un cero imbarazzo a mettere sul tavolo un patrimonio così importante. Lo ha spiegato l’esperto incaricato della vendita, Claude Maratier: “Servire dieci bottiglie di Chateau Petrus durante un pasto vuol dire mettere sul tavolo 25 mila euro. Non è necessariamente molto ragionevole. Il secondo argomento avanzato dalla giunta riguarda il pericolo rappresentato dalla Senna: in caso di alluvione, la cantina dell’Hotel de Ville, impeccabile con il suo allo tasso di umidità e la sua temperatura costante, sarebbe tra le prime ad essere allagata e il patrimonio andrebbe in fumo. Ieri molta gente si accalcava nella sede del Credito municipale (l’ex Monte di pietà). E le sorprese non sono mancate: due bottiglie di Romanée Conti 1986, una delle delizie borgognone, sono state aggiudicate per 5 mila euro ciascuna, più di tre volte il prezzo di partenza. A livelli ancora più alti potrebbero arrivare gli Chateau Petrus dell’89 e del ‘90, due ottime annate. E prezzi ragguardevoli sono stati raggiunti dai vari Ausone, Cheval Blanc, Latour, Mouton-Rothschild, Laffitte, Margaux, Yquem. All’asta erano presenti specialisti americani, russi, britannici, svizzeri e perfino cinesi. Tutti un po’ sbalorditi dalle cifre raggiunte da certe bottiglie, anche se le condizioni di conservazione sono considerate ottimali.
Tra il pubblico c’erano anche molti curiosi, semplici amatori che guardavano con un po’ d’invidia gli acquirenti dei “crus” più prestigiosi. In realtà, anche i più modesti hanno potuto portarsi a casa qualcosa. Nella cantina dell’Hotel de Ville, infatti, c’erano anche vini meno nobili, probabilmente destinati a ospiti di medio-bassa importanza: dodici bottiglie di Morgon-les-Charmes saranno messe all’asta con un prezzo base di appena 48 euro, diciotto Bordeaux bianchi a 16 euro. Buoni affari per il portafogli più che per il palato.
(arretrato de La Repubblica del 21 ottobre 2006) 

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