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La Repubblica

Prati in fiore e grano alto: è caldo record ... Pericolo valanghe e incendi. La Coldiretti teme il disastro: “Eventi estremi destinati a produrre conseguenze strutturali” Dal 1860 mai temperature così elevate. Allarme per l’agricoltura... Caldo record e temperature africane, dopo l’autunno estremamente mite e soleggiato, ecco l’inverno più caldo degli ultimi 150 anni: 22 gradi ad Aosta, 19 a Belluno, quasi 17 a Bolzano, 20,6 a Cuneo. Quella di ieri è stata al nord la giornata più calda dall’inizio dell’inverno. E questo effetto, nelle regioni settentrionali, sarebbe dovuto all’insieme di due fattori: le temperature, che sono dai 3 ai 5 gradi superiori alla media, fin dall’ottobre scorso, e i venti caldi di fohn, che fanno crescere le temperature di altri 4-5 gradi. Continuano così gli stravolgimenti del clima e l’aumento progressivo delle temperature, fenomeno che gli studiosi denunciano da anni. Quello appena trascorso, è stato il dicembre più caldo dall’inizio delle rilevazioni dell’Università di Modena, ovvero il 1860. Già il 2006 era stato registrato come il terzo anno più caldo e il quinto con maggiore siccità dal 1830.
In molte regioni meridionali i mandorli sono già in fiore, mentre - si allarma la Coldiretti - il grano è già insolitamente alto quindici centimetri nella pianura padana. Tra i primati raggiunti, quello di Belluno, dove la temperatura massima ieri è stata di 19 gradi battendo il primato stabilito il 18 gennaio del 1974 che era stato di 17 gradi; 10 gradi anche a Cortina D’Ampezzo. A Torino, dove in base alle statistiche ci si aspettano in media circa 5,5 gradi, ieri si è raggiunta quota 19,2. Ma il clima decisamente mite, con temperature superiori ai 10 gradi, si respira anche in alcune località sciistiche. Secondo i meteorologi fino al 25gennaio non vi saranno cambiamenti sostanziali, le temperature poi dovrebbero scendere ma difficilmente ci sarà un’inversione di tendenza significativa.
Tre i gravi fenomeni in agguato: il rischio valanghe, gli incendi e i danni per l’agricoltura. La Regione Piemonte ha dichiarato lo stato di «grave pericolosità» per gli incendi boschivi su tutto il territorio. Mentre per la Coldiretti il caldo di gennaio rischia di provocare danni maggiori di quelli del 2006, quando tra siccità, caldo e maltempo i danni all’agricoltura furono valutati in oltre un miliardo di euro. «Siamo in presenza di eventi estremi», ha detto la Coldiretti, «si tratta di una evoluzione destinata a produrre conseguenze strutturali sull’attività agricola».

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«E’ una situazione che va avanti da tempo, l’ultimo periodo fresco è stato agosto poi abbiamo infilato una serie di record, il trimestre autunnale è stato il più caldo degli ultimi 150 anni, dopo c’è stato dicembre e ora il mese di gennaio continua sulla stessa onda e non vediamo a breve termine il freddo all’orizzonte».
Si può ancora definire tutto questo un’anomalia?
«E’ più razionale parlare di cambiamenti climatici, più precisamente siamo inseriti dentro la tendenza all’aumento della temperatura, questi continuano ad essere dei campanelli d’allarme. Avevamo già detto del 2003 che c’era stato un caldo record, la novità è che i cambiamenti climatici stanno arrivando nella sfera d’interesse delle persone. Ma il vertice di Kyoto c’è stato nel 1992 e già allora un consesso internazionale aveva denunciato quello che sarebbe accaduto, diceva che bisognava fare qualcosa ma non si è mosso niente. Forse è venuto il momento di agire con rapidità. L’Italia per ora se ne sta fregando però la politica, i governi, in democrazia, devono essere spinti, pressati dai cittadini».
Cosa accadrà nei prossimi mesi?
«Nei prossimi dieci giorni la situazione cambierà di poco, il 20 gennaio ci sarà un leggero raffreddamento, forse febbraio, speriamo, porterà qualche freddo, ma tutto l’inverno rimarrà un inverno più caldo della media. Poi, a lungo termine, per l’estate, per esempio, non possiamo ancora fare previsioni».

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