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La Repubblica

Nasce il “cane da coccinella” salverà il vino della California ... L’idea è venuta a un produttore della Napa Valley: “Grazie al loro fiuto non utilizziamo pesticidi”. Golden retrievers a caccia dell’insetto che altera il sapore... Il naso dei cani da secoli ci regala il tartufo, ora promette di regalarci anche il vino. Di salvare migliaia di bottiglie ogni anno e preservare i vigneti dai parassiti, senza distruggerli con pesticidi e agenti chimici.
Nella Napa Valley californiana, la terra promessa dell’enologia a stelle e strisce, un gruppo di golden retrievers è stato educato a riconoscere l’odore di una minuscola e quasi invisibile coccinella ovale, color crema, mentre si riproduce. Il cane è capace di sentire l’Harmomia axiridis, questo il suo nome scientifico, quando la femmina è in amore, e permette al viticoltore di intervenire tagliando solo il tralcio infetto prima che l’intera pianta venga invasa.
Questa coccinella asiatica non mangia la vite, come altri parassiti, ma quando viene schiacciata o si sente in pericolo, libera una sostanza dall’odore forte e disgustoso. Le Harmonia che si trovano sui grappoli finiscono inevitabilmente spremute, e il vino si impregna del loro odore e va buttato, con un danno economico che arriva a cinque milioni di dollari ogni anno solo in America. L’idea è venuta a Michael Honig, 45 anni, produttore di Rutherford, famoso per il suo sauvignon e per le sue convinzioni sull’agricoltura sostenibile e l’uso dell’energia solare. Insieme ad un gruppo di vignaioli della sua zona, che si trova a nord di San Francisco, esattamente all’altezza di Sacramento, ha teorizzato che solo una scoperta tempestiva degli animaletti poteva salvarli, che la chiave era la “guerra preventiva” alle cocciniglie fatta con i cani: “Se sono capaci di scovare e riconoscere la droga e l’esplosivo, allora potrebbero scoprire anche le coccinelle”. L’idea militare si sa che è molto americana, tanto che Ross Smith, consulente sull’uso dei pesticidi nella Napa Valley, ha descritto così al Wall Street Journal l’esperimento: “E’ come la guerra al terrorismo perché questi animaletti stanno cercando di attaccare il nostro modo di vivere e noi abbiamo bisogno di trovarli e neutralizzarli”.
La realtà però è molto più solare e simpatica: si vedono quattro cuccioli che corrono in mezzo ai filari, nella Napa Valley sono bassi e vicini al terreno, più simili a quelli del Bordeaux francese che agli italiani, e sniffano, come se stessero cercando tartufi. La realtà è anche molto più rispettosa dell’ambiente, infatti Honig e i suoi amici hanno scommesso che l’olfatto dei cani potesse lavorare meglio degli insetticidi, senza ricadute ambientali. Per questo si sono rivolti alla dottoressa Bonnie Bergin, fondatrice nel vicino paese di Santa Rosa di un centro in cui si addestrano i cani all’assistenza delle persone disabili.
Così a Ros, Richardson, Rigo e Rousek, è stato insegnato a riconoscere il ferormone della coccinella asiatica quando erano dei cuccioli di sette settimane. L’odore della coccinella asiatica è talmente leggero, impossibile da sentire per il naso umano, che non c’era certezza che i cani potessero farcela. Ma per farglielo memorizzare, il ferormone sintetico della femmina dell’Harmomia axiridis è stato messo nelle loro ciotole della pappa. Poco dopo, come ha raccontato la rivista Science, sono cominciati i test e i quattro golden retriever hanno cominciato a passarli in maniera sorprendente, premiati prima con scodelle di latte poi con le bistecche. Da allora hanno fatto immensi progressi, sono già in grado di trovare le piante infette, anche se non sono ancora perfetti, hanno bisogno ancora di un altro anno per crescere ed imparare ad affinare l’olfatto.
Intanto sono stati messi al mondo dieci nuovi cuccioli di quelli che ormai chiamano “sniffer dog”, i cani sniffatori, che hanno già cominciato il loro addestramento.
Le coccinelle asiatiche negli Stati Uniti sono probabilmente arrivate con dei tralci di vite importati da Israele all’inizio degli Anni Novanta e in breve tempo sono diventate endemiche non solo nelle valli di Napa e Sonoma ma in tutti i vigneti californiani, dove viene prodotto il 95 per cento del vino americano. Il danno spinge i coltivatori a spendere fino a 30 milioni di dollari all’anno per cercare di eliminare il problema che oggi quasi infesta quasi 15mila ettari di vigneti, su un totale di 100mila.L’idea di scovarle con i cani è magnifica e esprime perfettamente un nuovo modo di pensare e di confrontarsi con i problemi. Non più interventi invasivi, massicci e distruttivi, ma intelligenti, mirati e naturali. Non è un caso che stia succedendo in California, lo Stato americano dove la sensibilità ambientalista è più spiccata. Ros e Rousek sono le star la star, sono le due femmine della cucciolata e hanno un olfatto sorprendente, non sbagliano un colpo. Michael Honig è fiero di loro: “Le ragazze fanno meglio, è come tra gli uomini”.

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