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La Repubblica

“Etichette choc sulle bottiglie” alcol, i produttori si dividono ... La proposta della Turco divide il fronte degli industriali. “Avviate campagne per il consumo responsabile”... Etichette choc sulle bottiglie di alcolici. Avvertenze che mettano in guardia dai pericoli legati al consumo: “Guidare in stato di ebbrezza è vietato”, “L’abuso è gravemente pericoloso”. La proposta del ministro della Salute, Livia Turco, all’indomani delle stragi sulle strade, divide il fronte dei produttori. Favorevoli, seppure con qualche riserva la Stock e la Martini&Rossi. “Il ministro - spiega Lorenzo Biscontin, direttore marketing della Stock (che produce tra l’altro grappe, vodka, limoncello) - ci chiede un’assunzione di responsabilità, ai fini di un’autoregolamentazione dei nostri messaggi pubblicitari. Ebbene, vorrei ricordare che questo già accade da anni: le réclame di alcolici rispettano certi orari e non divulgano certi contenuti, tipo “Se bevi hai prestazioni super”. Noi stessi - prosegue - abbiamo avviato una campagna per il consumo responsabile”. E le etichette? “Una scritta come “Se bevi non guidare” ci trova disponibili: noi produttori non viviamo in un altro mondo e ci rendiamo conto dei problemi sociali”.
“Nulla in contrario con la proposta del ministro, ma non servirà a risolvere il problema”, risponde Raoul Romoli Venturi, direttore comunicazione della Martini&Rossi. “A breve scriveremo sulle nostre etichette “Bevi responsabilmente”, come già facciamo in tutte le nostre pubblicità - fa sapere Venturi - e siamo dunque disponibili a prendere in considerazione la proposta del ministero. Ma - avverte - non basterà a fermare gli incidenti del sabato sera. Bisogna invece investire nell’educazione, affrontando il problema in maniera non demagogica e ricordando che in Italia il problema dell’abuso di alcol è più contenuto rispetto al Nord d’Europa. Né serve poi chiudere anticipatamente i locali, perché i ragazzi si spostano e sanno bene dove trovare comunque da bere”. Le etichette sulle bottiglie lasciano perplessi gli uomini della Campari e di Pernod-Ricard. “Il problema sta nell’abuso e non certo nell’uso normale dell’alcool - è la risposta della Campari - la posizione del nostro gruppo è in linea con quella della Federvini: una dicitura in etichetta non serva a risolvere il problema in quanto la sua visibilità è molto limitata, se si pensa al consumo di alcool in discoteca o in un locale. Da settembre poi partiranno, in tutte le nostre pubblicità, dei messaggi che invitano a un consumo responsabile delle bibite alcoliche”.
La proposta di Livia Turco appare “inefficace” anche a Franco Bonadeo, direttore commerciale della Pernod-Ricard Italia (che produce tra l’altro l’amaro Ramazzotti), “anche perché nel 60% dei casi la bottiglia finisce solo nelle mani dei barman”. La Pernod-Ricard, è però favorevole “a partecipare a un tavolo con il ministro per investire nell’educazione dei consumatori. Noi stessi spingiamo molto contro l’abuso di alcol nel mondo e non sponsorizziamo, per esempio, attività sportive né gare automobilistiche.

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