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La Repubblica

Alimentari, via alla vendita diretta i mercati aperti ai contadini ... Il governo vara il decreto che avvicina il produttore al consumatore per ridurre i prezzi del 30%... Dal campo al banco, dall’orto alla busta della spesa: il rimedio cui il Ministero dell’Agricoltura sta pensando per dare un taglio secco al prezzo di frutta e verdura si riassume in uno slogan vecchio - “dal produttore al consumatore” - e in una formula, per l’Italia, nuova. Quella del “farmer market”: ovvero dell’impresa agricola che carica la sua merce sul camioncino e va a vendersela al mercato. Direttamente, senza intermediari e praticando per questo un prezzo “scontato”.
Una formula che piace moltissimo a Coldiretti e Cia, le associazioni dei coltivatori, che è praticata con successo negli Stati Uniti e in altri paesi europei e che è stata ufficialmente introdotta in Italia dalla Finanziaria 2007. Il decreto ministeriale che dovrà metterla in atto è pronto, la Conferenza Stato-Regioni ha dato il suo via libera e si aspetta solo la pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale. Manca l’ultimo passaggio: quello della definizione, assieme a comuni e province, delle forme e dei modi attraverso i quali autorizzare i mercati. Ma l’incontro fra il ministro Paolo De Castro, l’Anci e l’Upi è questione di giorni. “Entro la fine dell’anno - dice il ministro - i mercati gestiti direttamente dagli agricoltori potranno partire”.
La formula, secondo la Coldiretti, garantirà risparmi medi del 30 per cento, ma - precisano al ministero - dovrà seguire precise modalità. “Potranno essere messi in vendita sul territorio solo i beni prodotti direttamente sul territorio stesso - spiega De Castro - la gestione del mercato sarà strettamente locale. Comuni e province decideranno come autorizzarle, in quali posti, con quale frequenza e gli agricoltori che vorranno parteciparvi dovranno acquisire una sorta di patentino. Poi il prezzo della vendita, certo lo decideranno loro”.
La decisione di vietare che nei “farmer market” trovino posto beni che non siano stati direttamente prodotti è fatta apposta per placare le ire dei commercianti. “Non ci devono essere distorsioni: gli agricoltori devono restare tali e non fare gli intermediari”, dicono al ministero. E di fatto non tutti sono contrari alla novità: la Coop, per esempio, sta pensando di dedicare ai “farmer” degli spazi dedicati all’interno della grande distribuzione per attirare un consumatore che alla fine potrebbe decidere di fare lì anche il reso della spesa.
Certo la vendita diretta è già prevista e praticata: secondo la Coldiretti in Italia ci sono oltre 48 mila aziende che vendono il vino, la verdura, la frutta o i formaggi autoprodotti e oltre 21 mila sono le cantine aperte. C’è anche chi offre il latte crudo “alla spina”: dalla mucca ad un distributore automatico a prova di normativa igienico sanitaria e con uno sconto al litro del 40 per cento. C’è chi si dedica al “pick your own”: aziende che danno la possibilità ai consumatori di scegliere direttamente dalle piante e dall’orto la frutta e le verdure che intende acquistare. Ma due imprese agricole su tre utilizzano per l’offerta locali propri, ora si tratterebbe di metterle assieme fissando appuntamenti a scadenza regolare in luoghi riconoscibili. Il potenziale - assicurano i coltivatori - è alto: a passare attraverso la vendita diretta potrebbe essere il 15 per cento del mercato alimentare.

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