La Repubblica

Siamo più pratiche e sensibili ... Parla Albiera Antinori... “Me ne sono innamorata strada facendo, non doveva piacermi per forza. Anche se venendo da una famiglia come la mia sono sempre stata legata e intrigata da questo mestiere”. Albiera Antinori, primogenita del marchese Piero, 42 anni di cui 24 passati a occuparsi dell’azienda di famiglia, racconta così i suoi primi passi nel mondo del vino. L’ingresso in azienda a 18 anni, appena terminata la scuola. Niente università, solo qualche corso: di viticoltura, di enologia. “Ho cominciato con le vendemmie - ricorda - ho girato vari settori dell’azienda: produzione, vendite, comunicazione. Poi i viaggi all’estero. Perché? in questo lavoro c’è da sapere di tutto un po’”. Oggi è vicepresidente e segue da vicino marketing e immagine dell’Antinori.

Qual è il valore aggiunto che le donne portano nel mondo del vino?

“Le donne hanno a loro favore alcuni fattori. Come la sensibilità con le persone. Ma anche la praticità. Nel nostro caso, poi, è stata una scelta di forza maggiore: un figlio maschio non c’era, così è toccato a me e alle mie sorelle prendere in mano l’azienda. Ma, in ogni caso, non ho mai avuto la sensazione che fosse un problema essere maschio o femmina”.

Il contributo delle donne viene spesso letto in termini di innovazione: come se portassero una ventata di aria fresca in azienda. È successo anche da voi?

“È accaduto con mia sorella Alessia, la più piccola, la creativa della famiglia. È lei che ha inventato una cosa nuova e divertente: il primo olio congelato, che conserva le caratteristiche e il sapore frizzante dell’olio appena franto in tutte le stagioni dell’anno. Ma più che le donne, è chiunque entri giovane in azienda a portare innovazione. Che si tratti di un prodotto, di un vino o di un’idea nuova”.