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La Repubblica

Lo scandalo del vino-Frankenstein, nel bicchiere concimi, acidi e acqua ... L’inchiesta: in commercio 70 milioni di litri a basso costo... Vino come veleno. Miscela tossica che inganna i controlli e che si trasforma nell’organismo in un killer. 70 milioni di litri messi in vendita in negozi e supermercati a basso costo, da 70 centesimi a due euro al litro. Al momento 20 aziende sono coinvolte nello scandalo enologico e sanitario di “Velenitaly” raccontato su L’Espresso oggi in edicola.

Un quinto è mosto, il resto è un miscuglio di acqua, sostanze chimiche, concimi, fertilizzanti e persino acido muriatico. Questo emerge dall’inchiesta della Forestale e dell’Ispettorato centrale per il controllo dei prodotti agroalimentari che è iniziata sei mesi fa ed è ancora incorso. E ancora solo parte dei prodotti è stata sequestrata.

Le indagini stanno disegnando un sistema industriale di contraffazione che nasce dalla criminalità organizzata e coinvolge le grandi cantine. Vino contraffatto e documenti falsi arrivavano da Puglia e Sicilia, le cantine individuate finora si trovano in provincia di Brescia, Cuneo, Alessandria, Bologna, Modena, Verona e Perugia.

Il sistema ha permesso ai produttori di abbattere i costi di circa il 90 per cento. Il fascicolo aperto dal pm di Verona Francesco Rombaldoni ha ipotizzato reati che vanno dalla sofisticazione alimentare, all’associazione a delinquere fino all’associazione mafiosa.
Le indagini sono partite dai silos veneti e sono arrivate a Massafra in provincia di Taranto.

Secondo l’accusa l’intruglio che contaminava il vino proviene dagli stabilimenti della Enoagri export sri e della Vmc sri, dietro cui ci sarebbero gli investimenti della Sacracoronaunita. Poi nello scandalo sono state coinvolte anche aziende siciliane. E ora gli inquirenti pensano di trovarsi di fronte alla più grande sofisticazione alimentare mai scoperta in Italia perché solo da due impianti, uno nel bresciano e l’altro nel veronese, sono usciti milioni di litri divino: un nuovo scandalo che coinvolge il vino e che per le sue dimensioni potrebbe avere riflessi anche sull’economia e produrre un danno d’immagine superiore a quello dell’allarme delle bufale alla diossina.

“Le irregolarità riscontrate in alcune imprese vitivinicole pugliesi rappresentano solo qualche mosca bianca in un mare magnum di imprese che si battono creando opportunità di reddito e produzioni di qualità”, ha commentato i] ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro. E, secondo il ministro, le quantità sarebbero risibili, “poco più della produzione di due-tre cantine”. Mentre per la Confagri è necessario “fare immediatamente chiarezza e restituire la fiducia ai consumatori e ai produttori. Non si può accettare che il comportamento di persone senza scrupoli colpisca un intero settore con un danno d’immagine e commerciale incalcolabile”.

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