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La Repubblica

Tempestata di polemiche geopolitiche, la Fiera del libro di Torino è stata ravvivata da episodi di alta cultura. Ieri un collegamento con “Quelli che il calcio” ha mostrato il tentato furto del libro di Simona Ventura, prova televisiva di un capolavoro che va a ruba. L’altro ieri, altra indimenticabile scena in uno stand, immortalata dal Tg3 del Piemonte: una suadente operatrice editoriale raccomandava caldamente non so che libro su Padre Pio, ricordando che per la riesumazione del corpo moltissimi devoti si sono recati in pellegrinaggio “a Montalcino”. Evidentemente una problematica cognizione della geografia, nonché dell’agiografia, aveva indotto la signora a uno scambio mentale fra la Pietrelcina del santo e la beata patria del Brunello. Certo il pensiero di folle dì pellegrini che si inginocchiano reverenti in cantine così prestigiose è assai suggestiva. Ma per rispetto ai santi, e per non confondere Padre Pio e Padre Brunello, conviene anche non scambiare il profumo di violetta comunemente attribuito come segno della manifestazione del santo più popolare d’Italia con il bouquet del “supertuscan” più famoso nel mondo. Se proprio si vuole portare al naso l’aroma di prodigi, almeno in Piemonte è opportuno confidare nei miracoli di san Barolo.

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