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La Repubblica

Nella Michelin la riscossa dei giovani chef ... Piccoli chef crescono. E conquistano la seconda stella Michelin. È un trionfo di giovani talenti acclarati, la nuova edizione della guida presentata ieri mattina nel bel ristorante “Trussardi alla Scala”, il cui chef, Andrea Berton, è uno dei magnifici otto premiati dalla Rossa.
Abbiamo perso da tempo la battaglia delle Tre Stelle. Esattamente come l’anno scorso, solo cinque i locali battezzati con il massimo dei riconoscimenti gourmand. Tutti e cinque confermati, senza nessuna novità, malgrado almeno altri tre ristoranti - Don Alfonso a Sant’Agata sui due golfi, Da Vittorio a Bergamo e Vissani a Baschi - siano abbondantemente in linea con gli standard che la Michelin applica negli altri Paesi, premiando le maison più prestigiose.
Stride una volta di più ascoltare i responsabili dell’edizione italiana dichiarare a voce alta che quella italiana è la migliore cucina del mondo. Peccato che Parigi - casa-madre e cuore pulsante di tutte le guide rosse pubblicate nel mondo - siano di diverso parere. Oppure - sostengono i maligni - i francesi preferiscono tenere basso il profilo dei punteggi, soprattutto quelli che potrebbero ribaltare la hit parade golosa del pianeta.
A parzialissima consolazione, otto cuochi neo-bistellati, con alle spalle una lunga scia di mono-stellati (19 new entry). Dall’elenco manca Gualtiero Marchesi, depennato insieme a “Flipot” (in chiusura) e alla Tenda Rossa, retrocessa a quota uno. Un’esclusione “chiamata” a inizio estate, quando il grande Vecchio della cucina italiana in conferenza stampa restituì ai mittenti i voti delle guide. Se Espresso e Gambero Rosso hanno continuato a inserirlo nelle rispettive guide uscite il mese scorso, i responsabili
della Rossa - 150.000 copie di tiratura - hanno preso lo chef in parola, con tanto di annuncio al curaro: “Quando un ristorante chiede di non essere più giudicato, lo accontentiamo, passa direttamente nell’elenco telefonico”. In realtà, il direttore italiano, Fausto Arrighi, ha confidato più di un tormento: “Non ci ho dormito la notte. Mi sarebbe piaciuto dedicargli una scheda a parte. Ma la direzione generale non prevede alternative: via dalle stelle, c’è solo la semplice citazione”.
Marchesi è arrivato a cerimonia finita, complimentandosi con AndreaBerton, suo dirimpettaio (il bistrot “Marchesino” è sul marciapiede di fronte) e storico allievo, che l’aveva pubblicamente ringraziato durante la premiazione. “Ormai mi hanno messo in pensione. Per fortuna, c’è ancora qualcuno che si ricorda di me”.
Ben più allegri, gli chef in posa sotto i riflettori: dal giovane Nico Romito, che propone cucina abruzzese moderna nel locale arrampicato a quota 1.400, al veterano Mauro Uliassi, cinquantenne scanzonato, con i suoi piatti sorprendenti e magistrali. Sempre più felix la Campania, dove oggi splendono due nuovi bi-stellati: lo smagrito Gennaro Esposito di Vico Equense e il tedesco-caprese Oliver Glowig, che ha portato il ristorante “L’Olivo” a livello dello strepitoso albergo che lo ospita, il Capri Palace. Anche per loro, da oggi comincia la caccia alla terza stella. Sperando che a Parigi incrementino le trasferte italiane degli spietati ispettori della Rossa.

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