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La Repubblica

La vera terra dei contadini ... “La terra ai giovani” delle idee guida che nel caldo ferragostano la Lega lancia nello stagno della politica nazionale, questa è forse la più suggestiva. I nostri nonni libertari gridavano “La terra a chi la lavora” oppure “Terra e libertà”. Programmi ambiziosi per teste calde, sappiamo tutti come è andata a finire. Eppure mai come in questo momento la terra è diventata bene raro e prezioso, concentrata nelle mani di pochi, oggetto di speculazione nei paesi ricchi e di dominio nei paesi poveri. Mai come in questo momento il suo scopo primario, produrre cibo, va perdendo terreno, e non è un bisticcio, per lasciare spazio al cemento o ad impianti e coltivazioni per nuove fonti di energia. I contadini nei paesi industrializzati sono ormai una esigua minoranza, i giovani scappano dalle campagne del sud del mondo, in qualsiasi angolo del pianeta se chiedete ad un giovane qual è la sua ambizione lavorativa la percentuale che sceglie un lavoro agricolo è meno che modesta. Malgrado l’Unione europea per anni abbia dispensato ingenti somme per la politica agricola, solo nell’ultimo periodo sembra orientata ad invertire una logica che ha favorito maggiormente l’agroindustria e i grandi proprietari terrieri rispetto ai piccoli coltivatori. I politici di Bruxelles come quelli di Roma sono in larga parte incompetenti sulle questioni agricole e alimentari, per non parlare ,delle segreterie che se ne fregano con assoluta noncuranza. C’è qualche iscritto al Partito democratico che si ricorda il nome del ministro ombra dell’Agricoltura? Nessun problema tanto non gliene importa niente a nessuno. Non è vero che dinanzi a progetti seri e concreti non si possa stimolare l’interesse e la passione dei giovani, ma la politica deve fare la sua parte, deve costruire nuove opportunità, facilitare le condizioni per dare smalto a questo settore. Torniamo allora allo slogan: la terra ai giovani. Pare che Umberto Bossi abbia rilanciato l’idea dei ministri Zaia e Tremonti per l’utilizzo di terre demaniali da affidare ai giovani agricoltori. Sono tre ministri della Repubblica e se vogliono realizzare questo progetto anche in tempi brevi questo è possibile; ma mi dispiace per loro perché questa bella idea senza il supporto di altre disposizioni che debbono avvenire contestualmente sarà aria fritta, perché non troveranno un giovane che è uno in qualsiasi contrada d’Italia disposto a fare il contadino per vivere le attuali frustrazioni di chi lavora la terra, anche se questa gli è stata donata dal demanio sperando che sia fertile. Allora cari Zaia e Tremonti, visto che non appartenete a quella Roma ladrona che tanto spende e spande accogliete quattro importanti consigli che costano veramente poco o nulla se volete che l’idea della terra ai giovani non sia una fanfaluca. Primo: riducete drasticamente le procedure burocratiche che costringono migliaia di contadini a passare più tempo per accudire ad una modulistica obsoleta e inutile rispetto alla produzione dei terreni o all’allevamento animale. Anche le associazioni di categoria riducano questa mole di lavoro e impieghino il loro personale per operazioni di sostegno politico e culturale. Secondo punto: lavorate perché le banche aprano conti agevolati a questi giovani che non abbiano l’assillo dei primi anni di lavoro. Ma vegliate su queste agevolazioni perché siano vere e non fasulle, i soldi prestati ai contadini sono un investimento serio. Terzo punto: mobilitate il sistema universitario perché si metta al servizio dell’agricoltura di piccola scala e non solo dell’agroindustria. Ultimo consiglio: mercati di contadini in ogni città d’Italia sollecitate i comuni perché diventino parte attiva per essere al duplice servizio dei produttori e dei cittadini. Quattro cose che costano poco o nulla, quattro idee che se realizzate rendono il progetto credibile; diversamente con questo caldo oltre agli elmi e agli scudi della Lega lombarda potete anche rilanciare il sombrero di Emiliano Zapata almeno ci ripara dai colpi di sole.

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