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La Repubblica

“Muratori, a pranzo niente vino” ... Venezia, iniziativa dei costruttori. La Cgil: è ipocrisia... La sicurezza nei cantieri edili parte da una sana alimentazione. Ne sono convinti molti imprenditori veneziani che hanno avviato una crociata anti-alcol per fermare gli incidenti sul lavoro. Un bel bicchiere di vino a pranzo fa buon sangue ma può annebbiare la vista. Così, per scongiurare infortuni dovuti a un’eccessiva ebbrezza, alcune aziende hanno inserito una clausola nelle convenzioni con i ristoranti: primo, secondo, dessert e dolce vanno bene. L’alcol è invece bandito dal menù. Della serie: ai muratori veneziani tagliata anche “l’ombra de vin”. L’iniziativa ad effetto non convince però il sindacato. Dice Sergio Chiloiro, segretario provinciale della Cgil: “Mi sembra sia abbondantemente dimostrato che le principali cause degli infortuni sul lavoro in edilizia siano di altra natura. Troppo facile cercare scorciatoie per risolvere un problema che provoca tragedie quotidiane”. Chiloiro riassume alcune delle cause: “Lavoro nero, turni massacranti, norme sulla sicurezza non rispettate”. E ancora: “Immigrati irregolari reclutati e mandati allo sbaraglio nei cantieri, senza un minimo di formazione. Mi sembra ce ne sia abbastanza per cercare le vere cause degli infortuni. Magari bastasse tagliare il vino ai pasti degli operai per risolvere il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro”. Chiloiro rimette a fuoco il problema, ma Paolo Pianon, presidente del Cpt (Comitato partitetico territoriale), l’ente bilaterale di cui fanno parte imprese e sindacato, rilancia il progetto che in provincia di Venezia coinvolge circa il 7 per cento delle imprese edili: “L’iniziativa - spiega Pianon - non ha un intento repressivo. Ovvero, non esiste un problema alcol per gli operai dei cantieri edili. Ci sono però alcune attività, come il posizionamento dei solai, che richiedono un alto grado di attenzione. Anche un bicchiere a pranzo può abbassare il livello di guardia”. Ma come funzionano le convenzioni anti-alcol? Il divieto di somministrare alcolici viene inserito nel contratto che l’azienda stipula con il ristorante e con la pizzeria. Per gli operai che lavorano per la ditta “analcolica”, a tavola solo acqua o altre bibite senza grado. La consuetudine è ancora limitata, ma l’esigenza di porre questa regola pare sia sentita da molti imprenditori: “Le imprese che adottano questo tipo di convenzione sono in continuo aumento”, insiste Pianon, “e credo favorisca l’aumento di sicurezza nei luoghi di lavoro”. Probabilmente non è merito della crociata anti-alcol, ma il numero degli infortuni censiti dall’Inail in provincia di Venezia è in calo. Nel 2006 in provincia se ne sono registrati 1976. Nel 2008 siamo passati a quota 1.554 (meno 21,4 per cento). In Veneto la diminuzione nel biennio preso in esame è del 18,3 per cento (dal 10.229 a 8.353). Un quarto degli incidenti è “in itinere”, avviene cioè nel tragitto casa-lavoro. “Il Cpt sta facendo molto per la formazione - spiega ancora Paolo Pianon - e abbiamo anche intensificato l’attività di assistenza ai cantieri. Credo che alla fin fine gli imprenditori edili siano davvero diventati più bravi”.

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