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La Repubblica

E in Valtellina la vigna si aggrappa alla roccia ... Intorno a noi esistono delle situazioni apparentemente normali, che ci sembrano perfettamente inserite nella quotidianità. E invece si tratta di realtà straordinarie, incredibili, eroiche. Un esempio che ho toccato con mano è quello della Valtellina, un luogo dove l’uomo ha fortemente voluto e saputo attuare un grandissimo cambiamento, trasformando la valle povera e segnata da colture primitive che era un tempo. Osservando la differenzadel microclima e il modo in cui interveniva sullo sviluppo della vegetazione, dando risultati straordinari là dove avrebbero dovuto esserci solo rocce e poco altro, l’uomo su quelle rupi ha costruito dei terrazzamenti con un duplice scopo: salvare il territorio e i suoi abitanti dalle frane e permettere le coltivazioni, in particolare quella delle viti, che grazie a questa coltivazione da sassi ricevono la linfa migliore, e da qui i vini straordinari che tutti conosciamo. Ma attenzione, qui l’eroicità è visibile e tangibile: infatti, i muri a secco sono fatti di pietre e terra portati dal letto del fiume, quando l’Adda traboccava in primavera, proprio come il Nilo. Terra buona, fertile, e sassi: tutto portato a spalle, con le ceste, da donne e uomini. Lì è nata questa cultura eroica, la necessità l’imponeva. E dalla necessità, dalla difficoltà è scaturita una grande qualità. Vini così non ce ne sono al mondo. Vini di roccia. Rupi del vino, le ho battezzate, proprio per distinguere questa produzione eroica, più gravosa e impegnativa di ogni altra. C’è la richiesta per entrare afar parte dei patrimoni dell’Unesco, ed è un riconoscimento che meritano, perché l’eroicità di allora continua a dare i suoi vantaggi solo a patto di cure certosine, manutenzione assidua, controlli scrupolosi. I muri a secco devono essere riparati non con il cemento armato ma con le pietre, perché solo così l’acqua in eccesso filtra e non ristagna, creando dei guai. Guai se non fosse così: qualche furbo mette il cemento per far più in fretta e meno fatica, poi ci attacca sopra le pietre. Poi però non bisogna lamentarsi delle conseguenze... La Valtellina l’ho conosciuta attraverso i suoi vini magnifici e il presidente della Banca Popolare di Sondrio Piero Melazzini. Perché fu proprio la banca, a pubblicare nel 1985 “Avventura in Valtellina” di Mario Soldati. È uno dei suoi libri più belli, recentemente ripubblicato da Laterza. Così ho scoperto l’eroicità di altre sue produzioni: il grano saraceno, con cui fanno pane e polenta, nel pieno spirito della qualità autoctona. Ogni borgo ha il suo forno, ogni giorno preparano venti, venticinque qualità di pani diversi. E poi il Bitto, formaggio miracoloso. Cosa c’è di meglio di pane, formaggio e vino, così intensi, voluti, eroici? Per questo ho voluto documentare la valle e la sua eroicità. Ho conosciuto i giovani di quelle zone. Ad alcuni non gliene frega niente, ma altri, con un’intelligenza più speculativa in senso etico, si sono rafforzati nella convinzione di continuare l’opera di chi li ha preceduti. Ragazzi straordinari, anche loro eroici, spesso laureati con possibilità di inserirsi in lavori - come dire - metropolitani. Uno in particolare mi ha colpito: ha mollato il mestiere di designer urbano, per riprendere l’attività del nonno. Difficile trovare un aggettivo migliore per la sua scelta. Eroica.

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