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La Repubblica

Città che vai, profumo che trovi, così nasce il turismo dell’olfatto ... La nuova frontiera è il marketing sensoriale: catturare e imbottigliare le essenze dei luoghi per farne respirare meglio l’atmosfera... Dall’odore di mosto della vendemmia in Borgogna alla fragranza dei castelli inglesi... L’odore pungente dello iodio e delle alghe nelle dune delle Fiandre, gli effluvi dei tigli in fiore nel parco di Versailles, il profumo dei campi di lavanda in Provenza, l’aria impregnata di mosto durante la vendemmia in Borgogna, il sapore di tarfufo nel Languedoc-Roussillon. Per ogni luogo, c’è un odore. Dimmi dove vai e ti dirò quale fragranza incontrerai. Il quinto senso usato come una bussola per visitare la Francia. L’idea è venuta a piccole città in cerca di promozione. Guide olfattive, percorsi sensoriali, visite in base al proprio odorato. La città di Dunkerque, persa nelle nebbie del Nord, ha creato una fragranza ispirata alla brezza marina che soffia sul porto e lungo la costa. Funziona meglio di un dépliant. Il nuovo profumo “Dune delle Fiandre” ha già venduto 5mila flaconcini. “Non volevamo fare la solita campagna pubblicitaria con spot e manifesti”, racconta Jean-Louis Decoster, direttore dell’agenzia per la promozione turistica delle Fiandre francesi, seicento ettari di dune affacciate sul mare quasi sempre in tempesta. “Attraverso questo profumo - aggiunge - la gente può davvero respirare l’atmosfera dei nostri paesaggi”. Prima di Dunkerque, anche il Languedoc-Roussillon ha immaginato una campagna pubblicitaria con manifesti nelle stazioni ferroviarie che emanavano essenze di timo e rosmarino, mentre all’aeroporto di Nizza i passeggeri sono stati accolti per qualche mese da essenze di fiori locali diffusi nell’aria. Lo chiamano “marketing sensoriale”, è la nuova frontiera. il Club Med ha realizzato per i suoi clenti una stanza nella quale sentire i profumi delle destinazioni proposte nel catalogo: la vaniglia del Madagascar, le orchidee della Thailandia, il cedro del Marocco. L’olfatto era considerato da Baudelaire una “seconda pelle”, potente detonatore di emozioni. Con un semplice respiro si può compiere un viaggio all’indietro nel tempo come scriveva Proust tuffando il naso nelle sue “petites madeleines”. L’odore può essere unaa barriera, oppure un richiamo infallibile. Un patrimonio immateriale da sfruttare, seppur volatile. La Provenza, ad esempio, ha pubblicato una guida con la quale è possibile viaggiare seguendo i profumi delle altre erbe aromatiche che crescono nella regione. Annusando nell’aria, si può svoltare per una strada o un’altra. Andare verso i campi di finocchio, oppure alla ricerca della salvia...

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