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La Repubblica

… Se la lettura si diffonde con il buon cibo … La nuova Fondazione culturale del patron di Eataly… Si potrebbe chiamare la “gastro-Resistenza” di Oscar Farinetti. Nei vecchi magazzini dell’ azienda vinicola di Fontanafredda, che appartenne a Rosa Vercellana, moglie morganatica di Vittorio Emanuele II, il creatore della catena di Eataly, i supermercati del cibo di qualità, ha deciso di dare vita, a partire dal 27 novembre, a una fondazione culturale. La lettura in pubblico ad alta voce di libri, e una serie di presidi dedicati a valori “in via di estinzione” (manifestazioni rigorosamente gratuite), si coniugheranno con la “buona agricoltura” e, soprattutto, coni frutti di questa (che saranno a pagamento, sia pure a prezzi popolari). È intitolata ad Emanuele di Mirafiore, il figlio che la Bela Rosin ebbe dal sovrano del Risorgimento. Lo scopo dichiarato è attualizzare il significato della lotta partigiana, innervandone i contenuti democratici nell’ immemore realtà odierna. Farinetti, del resto, è figlio di uno dei ragazzi che tra la fine del 1943 e il ‘45 salirono in montagna e in collina per fare la guerra ai fascisti e ai tedeschi. Seppure molto determinato nell’ accrescere il business di Eataly, ed interessato, adesso, a rilevare il Teatro Valle di Roma con la collaborazione artistica di Alessandro Baricco, non ha mai rinnegato le idee del padre combattente della libertà. Insieme a Franco Vaccaneo, che guida la Fondazione Cesare Pavese, ha così lavorato al suo “laboratorio di Resistenza permanente”, che ha come scenario un angolo della tenuta di cui è azionista. Oltre “a leggere i libri a chi non ha tempo per farlo”, sul modello dei presidi di Slow Food, nonché dei Presidi del Libro, la “gastro-Resistenza” cercherà di tutelare quelli minacciati della legalità e della Costituzione, dell’informazione, dell’integrazione, della bellezza, della terra, della memoria, del futuro, della polis, del lavoro e della ricerca, della salute, dell’armonia. Saranno affidati alle lezioni tenute da Gian Carlo Caselli, Mario Calabresi, don Luigi Ciotti, Gianni Vattimo, Carlo Petrini, Antonio Scurati, Alessandro Baricco, Sergio Chiamparino, Catia Bastioli, Francesco Enrichens e dallo stesso Farinetti. Il ciclo si chiuderà il 23 aprile del 2011 con una celebrazione non convenzionale della Liberazione, che avverrà nel cosiddetto “Bosco dei Pensieri”. É un bel polmone verde, tra i bricchi delle Langhe, attiguo agli ex poderi reali e usato per letture, concerti, passeggiate letterarie. Riuscirà mister Eataly a vincere la sua scommessa nel campo della cultura, che per lui deve essere “popolare”, non elitaria, tesa a far nascere addirittura “un nuovo umanesimo”? Un conto, naturalmente, è vendere salami e vini pregiati; un altro è fare amare Flauberto Beppe Fenoglio a persone che, di solito, non leggono niente. Farinetti, tuttavia, è riuscito nel giro di pochi anni ad esportare i suoi market del cibo persino a New York. Pertanto le difficoltà non lo spaventano. E se gli piace essere paragonato alla figura dell’ imprenditore sociale alla Adriano Olivetti, vorrebbe pure che, almeno in questo caso, i carmina diano panem.

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