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La Repubblica

Brunello Lo scorbutico domato … Nasce in vigne difficili da addomesticare Cresce sotto una disciplina severa che qualcuno, invano, ha cercato di cambiare. Matura in anni di botti di rovere e meritato riposo in bottiglia. È l’ora del re dei rossi toscani che, nonostante il carattere duro, si accoppia benissimo con i piatti più diversi… Il paesaggio segna lo sguardo. Morbido ma senza le cedevolezze del Chianti, come ispirato a una nota più virile. Arioso e intenso d’estate, severo d’inverno, spigoloso, quasi lunare dietro certi angoli. Da una campagna così, non potevano che nascere uve difficili da addomesticare. Difficili e straordinarie. Dicono che la prima testimonianza del nome Brunello sia datata 1842, grazie alla creatività lessicale di un frate, ispirato dal colore scuro e denso del sangiovese di queste colline. Perché se in Sicilia il colore dell’uva è nero (d’Avola) e nerello (Mascalese), qui la sfumatura è più violacea, cioccolatosa: brunello, appunto.
Così, un secolo e mezzo fa, nasceva il vino capace di contendere il podio più alto dell’enologia italiana al barolo, altro rosso di non facile doma, che solo una cura amorosa della terra e una feroce adesione al principio “il vino si fa in vigna” possono consegnare alla culla delle botti (grandi e piccole) dove gli spigoli verranno limati e i profumi trasformati da cupi in vellutati. Nel 2008, la caduta. Un’inchiesta della Guardia di finanza di Siena, cominciata l’anno precedente, trasformò in verità conclamata ciò che da tempo si raccontava: la correzione del vino con uve più ruffiane, per arrotondare le note scorbutiche del sangiovese e abbreviare i tempi di affinamento. Nulla di pericoloso per la salute: le accuse - falso ideologico e frode in commercio - riguardavano reati estranei alla sicurezza alimentare. Ma lo scandalo (complice la contemporaneità con un altro, infinitamente più grave, su vino adulterato in altre zone d’Italia) ha scosso il consorzio dalle fondamenta, tra l’indignazione dei puristi e la disponibilità dei “possibilisti” a modificare il disciplinare di produzione, così da rendere lecita l’aggiunta di piccole quantità di merlot (in primis). Risultato: disciplinare intatto, una piccola pattuglia di produttori ribelli dimissionari dal consorzio, il richiamo del ministero dell’Agricoltura al rispetto delle pratiche che segnano il cammino del brunello fin dalla nascita. Per fortuna, etica & terroir sono più forti degli inciampi di qualche azienda furbetta. Mentre la caparbietà dei brunellisti che hanno abbracciato il biologico si traduce in bottiglie superstar - Salicutti e Di Campalto premiati dall’ultima Guida dei vini dell’Espresso – la cantina tutta al femminile di Donatella Cinelli Colombini regala vini sempre più importanti, mentre gli esperti internazionali si dichiarano entusiasti degli assaggi dell’annata 2006, in passerella tra dieci giorni a “Benvenuto Brunello”. Se programmate una gita nel senese, non fermatevi al vino preferito da Sting e Francis Ford Coppola. Passate da Pienza a far provvista di pecorino e sposatelo con una bottiglia di rosso di Montalcino, allegro e impetuoso, oppure regalatevi una merenda a base di moscadello per fare zuppetta con i cantucci. A cena, Oliver Glowig (ex due stelle Michelin al Capri Palace di Capri, trapiantato da pochi mesi in zona Brunello) vi farà scoprire il lato gourmand di Montalcino, con vini abbinati. Pessima serata per gli astemi.

Il Brunello

Uva… Solo Sangiovese, ribattezzata brunello, nella zona certificata dalla docg, coltivato sotto i 600 metri, con una resa massima dì ottanta quintali per ettaro. Castelli Martinozzi 2005

Territorio... Quello delimitato dal territorio amministrativo del comune di Montalcino, tra le valli di Orcia, Asso e Ombrone, con superficie pan a ventiquattromila ettari. Poggio di Sotto Brunello 2005

Disciplnare... Tra le caratteristiche peculiari: colore rosso rubino tendente al granato, profumo caratteristico, sapore asciutto, caldo, tannico, armonico, persistente. Quercecchio 2005

Invecchiamento... L’immissione sul mercato è consentita a partire dal primo gennaio dell’anno successivo al termine di cinque anni, calcolati dall’annata della vendemmia. Le Potazzine 2005

Abbinamenti... Piatti strutturati e complessi, dalle carni rosse alla selvaggina, dalle salse di funghi e tartufi ai formaggi stagionati. È un vino definito da meditazione. Brunello Sesti 2005

Riserva ... Almeno un annodi affinamento in più rispetto alla produzione base. Dei sei anni previsti, almeno due devono passare in contenitori di rovere e sei mesi in bottiglia. Salicutti Brunello Riserva 2004

Le altre doc

Rosso... Solo un annodi attesa dalla vendemmia per il “fratellino” del brunello, con le stesse uve, schietto e profumato. È ideale per primi piatti e carni bianche. Stella di Compalto Rosso di Montalcino 2007

Moscadello... Prodotto con uva moscato Bianco in tre tipologie - Tranquillo, Frizzante, Vendemmia Tardiva - accompagna i dolci secchi e speziati della tradizione senese. La Poderina Moscadello 2008

Sant’Antimo... Comprende sia vini rossi - a base cabernet, merlot, pinot nero - sia bianchi (chardonnay, sauvignon, pinot grigio), ma anche novello e vin santo. Camigliano Sant’Antimo Campo ai Mori 2007

L’Appuntamento

Tre giorni dedicati al Brunello dal l8febtraio, oni250 produttori del Consorzio in passerella a Montalcino per assaggi, dibattiti, cene a tema e degustazioni guidate tra il chiostro di Sant’Agostino e il teatro degli Astrusi.

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