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La Repubblica

“Belli, imperfetti e molto ecologici si sposano alla bottiglia e all’ambiente” ... Josè Rallo dell’azienda Donna Fugata, tra i promotori del progetto anti-inquinamento... Piantare 4 mila sughere in Sardegna, in provincia di Nuoro, per riuscire a compensare, in dieci anni, l’emissione di 250 tonnellate di CO2. A parlare dell’iniziativa anti CO2, dell’azienda Donna Fugata, è la titolare Josè Rallo.

Donna Fugata ha da tempo un’anima green, ce la racconta?

“In questi anni abbiamo fatto di tutto per puntare a diventare un’azienda sostenibile, dalla vendemmia notturna alla creazione di uno dei primi impianti di fotovoltaico, e questo ci ha fatto iscrivere di diritto nel Kyoto club”.

E adesso la sfida del sughero. Come mai?

“Ci è sembrata la migliore iniziativa sia per un fatto simbolico, perché oggi sono proprio i boschi di sughere quelli più abbandonati, sia perché i tappi in sughero sono i nostri preferiti. La cosa bella è che per una volta siamo riusciti a stringere un’alleanza con altre aziende”.

Ci spiega la differenza tra i vari tipi di tappi?

“Non tutti amano i tappi in sughero, tra i consumatori e i commercianti, perché sono ritenuti non così perfetti tecnicamente. E così molti prediligono quelli a vite, o quelli in silicone, dimenticando che inquinano da 10 a 24 volte in più di quelli in sughero. Noi abbiamo scelto di puntare sulla qualità del sughero scegliendo i migliori pezzi unici per i vini pregiati e quelli assemblati per le altre”.

Come si ottengono quelli assemblati?

“Sono prima polverizzati e poi ricomposti con due rondelle a pressione, questo dovrebbe compensare il vino da eventuali perdite di aria che possono alterare il sapore in una percentuale che varia dall’1 al 2%”.

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