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La Repubblica

Tutto esaurito in vigna a Ferragosto, la vendemmia mai così in anticipo ... La vendemmia? Ad agosto è già finita... Uva già matura dopo il caldo di primavera: “Annata da record”... A Ferragosto, un tempo, si raccoglievano gli ultimi cocomeri, per venderli a chi se li portava in gita al mare. La vendemmia era ancora lontana: si cominciava soltanto a bagnare i tini, così il legno si gonfiava e chiudeva ogni fessura. E invece Mario Falcetti, nella sua tenuta Quadra nel cuore di Franciacorta, ha già in mano un bicchiere di mosto. “Sente il profumo di lamponi? Nel pinot nero ci sono gli odori del sottobosco”. È orgoglioso come un padre che mostri un nuovo figlio. “I primi mosti sono perfetti. Penso che avremo un buon vino”. I trattori stanno portando alla cantina le cassette di chardonnay e di pinot da una settimana. Ma qui in Franciacorta c’è chi ha iniziato a tagliare grappoli già il 5agosto. Colpa del caldo, quello arrivato ad aprile e maggio, che ha dato alla vite un colpo di acceleratore non più frenato nemmeno dal freddo di luglio. “Fino a vent’anni fa non si entrava nel vigneto prima dell’ultima settimana di agosto, e solo per raccogliere i bianchi. E invece fra sette giorni avremo quasi finito il raccolto”. Franciacorta “è come un balcone protetto dalle Prealpi” e così si spiega la vendemmia anticipata. Ma quest’anno, per la prima volta, si passerà Ferragosto in vigna in tutto il nord, dal Collio del Friuli al Soave del Veneto, e le forbici saranno in azione anche nell’Oltrepò pavese. “Sono cambiate - dice Mario Falcetti, che è enologo ed agronomo - anche le tecniche di vinificazione. Per i nostri spumanti abbiamo bisogno di uva con un’alta acidità e senza troppo zucchero. L’acidità cala nell’uva matura, lo zucchero invece cresce. Anticipando il raccolto - e in questo i cambiamenti climatici ci aiutano - risolviamo il problema”. Un montacarichi porta l’uva alla pigiatura. Occhi attenti cercano foglie e grappoli ancora acerbi. Una macchina lava le cassette di plastica, pronte a tornare nel vigneto. Come in una banca, un ascensore porta al caveau. Migliaia di bottiglie attendono due, tre, cinque o anche otto anni prima di essere pronte per il brindisi. “Riesci a fare un buon vino solo se conosci la terra dove pianti la vite, se studi le radici, se sai potare nel modo giusto. Poi c’è questa attesa di anni ma se hai lavorato bene sei sicuro del risultato”. Franciacorta è terra ricca, c’è chi compra terreni come investimento. Come in una fabbrica la manodopera per la vendemmia viene fornita da agenzie interinali o società d’appalto. “In questi giorni - racconta Maurizio Zanella, presidente del consorzio Franciacorta - si lavora nei campi per 8-10 ore e si pigia in cantina per 24 ore. Con 2.400 ettari produrremo circa 230.000 quintali d’uva e 10,5 milioni di bottiglie. Nella vendemmia saranno impegnate 3.250 persone, quasi tutte straniere. I nostri anziani - anche quelli che lavoravano le nostre vigne - farebbero volentieri la vendemmia, magari assieme alle mogli, ma a fine mese perderebbero gran parte della pensione”. Anche qui, dove tutto funziona come un orologio, come in tutte le campagne si deve guardare il cielo. “Non abbiamo le reti antigrandine perché i nostri grappoli hanno bucce molto fini e la rete, se piove, crea una cappa di umidità che provoca marciume. Siamo solievati solo quando tutti i grappoli sono in cantina”. Secondo l’agenzia regionale Veneto Agricoltura l’anno è stato “difficile e stravagante”, a causa della primavera troppo calda ma il risultato finale sembra ottimo. Nel Soave la vendemmia inizia proprio in queste ore, con 10 giorni di anticipo. “L’escursione termica delle ultime settimane - dice il direttore del consorzio, Aldo Lorenzoni - va benissimo. Fresco di notte, caldo di giorno ci daranno un’uva fresca, leggera, adatta ai vini moderni, più fruttati e meno opulenti. Con questi cambiamenti climatici, dobbiamo ripensare certe innovazioni. Qui avevamo da sempre la “pergola soavese”, con le foglie sopra e l’uva sotto. Abbiamo messo le viti “a parete” con i grappoli esposti al sole e nel 2003, con il grande caldo, abbiamo rischiato di raccogliere l’uva cotta”. Non c’è aria di “industria”, fra ivigneti delle colline del pavese. “Siamo e resteremo orgogliosamente contadini”, dice Paolo Massone, azienda Bellaria di Casteggio e presidente del consorzio Oltrepò, 3.200 aziende che producono 60 milioni di bottiglie. “La vendemmia è ancora artigianale e fatta soprattutto da gente del posto. C’è chi si prende le ferie adesso, perché è un lavoro che piace e che tutti facevano già da ragazzi, e che porta dei soldi in più. Un operaio costa 60 euro al giorno, più i contributi”. Davanti ai filari sono piantate le rose. “Come consorzio, cerchiamo di organizzarci. Dobbiamo farci conoscere meglio in Italia e all’estero. Oggi abbiamo 52 tipologie di vino, ne faremo solo cinque, e puntiamo soprattutto sul Cruasé, metodo classico, uno spumante naturalmente rosé perché fatto con il pinot nero. Un nome strano, che unisce le parole cruà - così si chiamava in dialetto il vino della domenica - è rosé”. Sulle colline pavesi si vendemmierà fino a metà settembre. In tutte le aziende ci sarà poi la curmà, la festa di fine vendemmia. “Pancetta e coppa di due anni, salame e tanto vino”. E anche la curmà sarà anticipata.


Il vino che verrà

In anticipo. La vendemmia quest’anno è iniziata in anticipo a causa di una primavera più calda della media.

5 agosto. A Coccaglio (Brescia) nell’azienda agricola Faccoli la vendemmia è iniziata il 5 agosto con la raccolta delle uve bianche del Franciacorta.

Il primato. L’Italia conserverà il primato produttivo mondiale conquistato lo scorso anno nei confronti della Francia, secondo la Coldiretti.

8 miliardi di euro. Il fatturato record. Secondo le stime il fatturato complessivo realizzato dal vino italiano raggiungerà 8 miliardi di euro nel 2011. La metà realizzato all’estero.

49,6 milioni di ettolitri la produzione italiana nel 2010: per la prima volta sorpassata la Francia.


Addetti nel settore

1,2 milioni le persone impegnate direttamente in vigne, cantine, nella distribuzione commerciale e nelle attività connesse e di servizi.

60% la produzione nazionale destinata ai vini di qualità, secondo le stime.

511 vini. Doc (Denominazione di origine controllata): 332. Docg (Controllata e garantita): 60. Igt (Indicazione geografica protetta): 119.


Export italiano di vino

In milioni di euro

2010. Stati Uniti: 242,3; Unione europea: 625,3; Totale export: 1.137,3.

2011. Stati Uniti: 300,2 (+24%); Unione uropea: 674,2 (+8%); Totale export: 1.293,3 (+14%).


Export spumante italiano

In milioni di euro

2010. Stati Uniti: 18; Unione europea: 61; Cina: 0,3; Totale export: 106.

2011. Stati Uniti: 27 (+50%); Unione europea: 67 (+10%); Cina: 3 (+900%); Totale export: 134 (+26%).

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