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La Repubblica

Questione d’etichetta ... Uno studio fiorentino e l’università di Oslo per scoprire cosa ci attrae di un vino d’autore. “Così l’immagine premia quanto il gusto” ... Cosa ci attrae in un’etichetta? E in che modo questa orienta la scelta di un vino? Sono alcune delle domande a cui un recente studio ha cercato di dare una risposta. Il progetto è nato dalla collaborazione tra il laboratorio di movimenti oculari del dipartimento di psicologia dell’Università di Olso, diretto dal professor Bruno Laeng, e lo studio fiorentino di design Doni & Associati. L’obiettivo della ricerca è capire, attraverso la psicologia cognitiva, cosa determina il successo di un’etichetta e quali fattori visivi determinano la sua efficacia. Il test si è avvalso dell’eye-tracking, la registrazione dei tracciati oculari, e si è svolto in laboratorio. Sul computer sono apparse le immagini a colo- ti di quattro bottiglie dello stesso vino (otto vini in totale), allineate e con l’etichetta (ognuna diversa) ben visibile. Per controllare gli effetti di posizione ogni bottiglia è stata presentata in ognuna delle quattro posizioni possibili, da sinistra a destra. I soggetti (13 donne e 7 uomini) dovevano osservare le bottiglie e decidere, alla fine di ogni presentazione della durata di dieci secondi, quale fosse la preferita. I risultati hanno permesso due analisi. La prima: il tempo di fissazione oculare è altamente correlato al livello di preferenza espresso al termine del test (i due-terzi delle fissazioni collimano con le preferenze). La seconda: mettendo a confronto tre elementi fondamentali dell’etichetta - la grafica, il nome dell’azienda e il nome del vino o vitigno - quello che ci attrae di più è l’immagine grafica. “Per quanto riguarda il primo dato è sorprendente che sia così alto - spiega il professor Laeng -. Lo sguardo potrebbe essere attratto da molti elementi, che potrebbero non avere nulla a che fare con i nostri interessi del momento Per questo il fatto che sia così in accordo con la preferenza è un
fatto importante”. Più scontata, forse, l’attrazione per la grafica. “È vero - continua Laeng - ed è
possibile che una volta degustato il vino diventino più importanti altre informazioni. D’altronde però, se la bottiglia non venisse scelta qualunque processo successivo sarebbe irrilevante”. Dunque i risultati di questo studio, che è ancora in fase preliminare, ci dicono che è possibile determinare in anticipo il successo di un etichetta. “Sapere cosa ci attrae in un’etichetta ci consentirà di verificare l’efficacia delle varie opzioni creative - dice Massimo T. Mazza, coordinatore del progetto - e di orientare il design in modo ottimale per le esigenze di ogni singolo vino”.


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