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La Repubblica

Virginia, tour tra i vigneti che circondano Charlottesville. Degustazioni e non solo: piaceri del turismo d’autunno ... Passeggiando sulle colline del new wine ... La Virginia che non t’aspetti. Stordente per gli incredibili colori dell’autunno, che accendono di rosso le foglie di aceri e betulle, ma anche e soprattutto i pampani delle viti. Una campagna da vivere e godere nei giorni magici della vendemmia: itinerario impensabile solo vent’anni fa, quando le pianure a ovest di Richmond - 200 chilometri a sud di Washington - erano ancora fittamente seminate a tabacco.
A cambiare paesaggio ed economia della Virginia, l’intuizione di un italiano: Gianni Zonin, imprenditore vinicolo vicentino che a metà degli anni Settanta comprò ottanta ettari di coltivazioni, riconvertendole alla viticoltura. Da allora, in Virginia sono nate moltissime vineyards guidate da intrepidi vignaioli locali oltre centocinquanta, oggi, i marchi di vino, molti dei quali competitivi con la più celebre produzione di Napa Valley e Sonoma County. Per scegliere l’itinerario, basta puntare il compasso sulla cartina della Virginia e ruotarlo intorno a Charlottesville, quella che le guide definirebbero ridente cittadina di 40.000 anime. Ma Charlottesville è molto di più. Giudicata nel 2004 “la città più vivibile d’America”, vanta il maggior numero di lettori di quotidiani della nazione e una delle cinque migliori università. Una robusta impronta intellettuale eredità del suo fondatore, Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, autore della dichiarazione d’indipendenza del 4 luglio 1776 etra i fondatori del Partito Democratico. A Charlottesville si arriva in aereo (il prezzo del biglietto da New York non supera i 200 euro) o in auto, atterrando a Washington, da cui dista 160 chilometri. Prima di dedicarsi a cantine e degustazioni, vale la pena visitare la storica sede universitaria, costruita a inizio Ottocento, con il suo splendente edificio in stile palladiano battezzato Rotunda, meta ininterrotta di eventi. L’altra visita da non mancare è quella alla mansion di Thomas Jefferson, da lui stesso progettata e fatta costruire venti chilometri a sud di Charlottesville su una collina battezzata in italiano: Monticello. La villa, patrimonio dell’Umanità dall’Unesco insieme alla sede universitaria, vanta un parco degno del più sontuoso dei giardini botanici, con piante rare in arrivo da tutto il mondo. Il suo curatore, l’italiano Gabriele Rausse, sarà felice di introdurvi alle sue meraviglie. Fu proprio Jefferson, grande appassionato di vini, a regalare all’amico James Barbour una tenuta - distrutta da un incendio la notte di Natale del 1884 e ristrutturata dagli Zonin - per creare una viticultura di qualità nel cuore d’America. Quindi, nessun posto migliore di Monticello per organizzare un wine tour come si deve. Per spostarsi c’è solo1’imbarazzo della scelta. Si può prenotare un piccolo van, un pullman o la super limousine. Per i più sportivi cavalli con guida o mongolfiera. E dopo tanto assaggiare, chiusura in gloria in uno dei deliziosi bed&breakfast sparsi tra le vigne, con l’immancabile bottiglia di vino in camera, per accompagnare l’ultima meditazione pre-sonno.


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