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La Repubblica

E Bisonte selvaggio paralizza la Sicilia treni e navi bloccati dai Tir, pompe a secco ... Autotrasportatori, pescatori e agricoltori del movimento dei “Forconi” contro caro-carburante e ticket ... Hanno fatto eccezione solo per il carburante per le ambulanze e le forze dell’ordine e per i farmaci per gli ospedali. E per il circo, perché si definiscono “animalisti”. Migliaia di Tir incolonnati ai bordi di autostrade e strade statali, all’imboccatura dei porti e decine di migliaia di giubbotti gialloblù in strada da 48 ore paralizzano il trasporto merci in Sicilia e da e per il continente. Dai blocchi non passa nessun mezzo pesante, solo le auto. Bloccato il traffico ferroviario in arrivo e partenza da Palermo, gli imbarchi sulle navi dal capoluogo per Napoli e Genova, fermati persino i mezzi della raccolta dei rifiuti. Autotrasportatori, agricoltori del movimento dei Forconi, pescatori si sono ritrovati insieme in un movimento che di ora in ora fa sempre più adepti e che si è ribattezzato “Forza d’urto” con l’intenzione di bloccare tutto per “conquistare l’isola”. Movimento spontaneo ma che vede al suo interno alcuni simpatizzanti di Forza Nuova e conta sulla “comprensione” del governo autonomista di Raffaele Lombardo.
E’ l’esplosione della protesta contro il rincaro dei prezzi del carburante, i cartelli delle assicurazioni, ma anche il ticket sui traghetti e l’ecopass sullo stretto di Messina, il monopolio della grande distribuzione e le leggi che non tutelano i “piccoli”. “Vogliamo prendere in mano la Sicilia, vogliamo cacciare un’intera classe politica. Siamo pronti a ripetere qui la primavera araba, la protesta della Grecia”, dice al Casello autostradale di San Gregorio Mariano Ferro, uno dei leader del movimento. Dicono di essere ottantamila e, al secondo giorno di una protesta che cresce di ora in ora e che dovrebbe andare avanti fino a venerdì, la conta dei disagi è già consistente: metà degli impianti di benzina dell’isola a secco e prezzi di frutta e verdura già lievitati. Con le associazioni delle categorie produttive che chiedono l’intervento immediato dei prefetti per “assicurare l’elementare diritto di impresa e di lavoro, e garantire la libera circolazione di merci e persone” e denunciano infiltrazioni criminali nel movimento che già in diversi casi ha dimostrato di sapere usare la forza: un camionista accoltellato a Lentini, un altro ferito a Gela, i “crumiri” costretti allo stop in aree di stazionamento controllate dai manifestanti. Ieri pomeriggio la metà degli impianti di carburante dell’isola era già a corto di carburante e, con lunghissime file di automobilisti ai distributori, la Faib ha chiesto ai prefetti di far scortare da polizia e carabinieri le auto- botti fermate dai manifestanti. Paralizzato il traffico ferroviario in arrivo e partenza da Palermo per un presidio sui binari che dalle dieci di ieri mattina ha costretto Trenitalia a fermare 30 treni. Con qualche momento di tensione,visto che i manifestanti hanno denunciato di essere stati sfiorati da un treno fermatosi solo all’ultimo momento. Traffico a singhiozzo anche sullo stretto di Messina dovei presidi degli autotrasportatori picchettano i caselli autostradali in entrata e in uscita e il porto e la protesta si è estesa anche in Calabria con blocchi anche a Villa San Giovanni. Una trentina i presidi nei punti nevralgici dell’isola fino ai poli industriali di Siracusa e Gela dove si mira a bloccare la produzione delle raffinerie.

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