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La Repubblica

Vendemmia a un passo dal disastro uve piccole, vino di bassa qualità ... I produttori: senza precipitazioni per 10 giorni e saranno guai ... Vendemmia 2012, ad un passo dal disastro. “Gli acini sono piccoli ma ancora integri, possiamo resistere una decina di giorni al massimo”, prevede Francesco Leanza del podere Salicutti di Montalcino, patria del blasonato Brunello. “Nelle vigne più giovani, che soffrono di più per via di un apparato radicale meno profondo, abbiamo già tolto quasi tutti i grappoli per preservare le piante”, dice Niccolò De Ferrari dell’azienda Boscarelli di Montepulciano. Ma anche nel Chianti fiorentino la musica è la stessa: “L’uva non è maturata, è come se si fosse fermata a giugno, la vendemmia è compromessa: sarà un vino di pronta beva, troppo pochi zuccheri per fare un vino importante”, lamenta Andrea Sestini della Fattoria Poggio Romita di Tavarnelle Val di Pesa.
E’ l’allarme che sale dalle aziende agricole toscane. Un allarme non scontato, perché uno si potrebbe aspettare che, afronte di una minore produzione, la siccità finisca con l’innalzare la qualità. Ma qui siamo un passo oltre: “Sono due anni che le falde non ricevono acqua, il risultato è che l’uva non matura, acini piccoli e basso tenore di zuccheri e polifenoli”, dice Aleandro Ottanelli del dipartimento produzioni vegetali della facoltà di Agraria. E la tendenza dei produttori è quella di ritardare il più possibile la vendemmia di quest’anno. C’è chi ha lavorato molto sulla vigna, togliendo le erbe superflue e diradando le foglie. “Ma la mancanza di acqua sta bloccando la maturazione, blocca il metabolismo, la macchina della pianta, anche se troviamo situazioni differenziate tra terreno e terreno, anche all’interno della stessa azienda”, sostiene Giovanni Mattii, docente ad Agraria. E con gli acini non maturati, scarsamente colorati e scarsamente dotati di zuccheri, non si annuncia un’annata facile per il vizio.
C’è solo l’azienda Marchesi de’ Frescobaldi che sostiene il contrario, preoccupata forse di un possibile contraccolpo sulle vendite: “Ipotizziamo un’annata qualitativamente molto buona”, annuncia. Eppure anche nel Chianti senese la siccità colpisce duro: “Siamo alle strette, se non piove entro 10 giorni siamo nei guai. L’invaiatura, cioè la maturazione, è al 30 percento. Ed è per tutti così”, dice Roberto Bianchi dell’azienda agricola Vai delle Corti di Radda in Chianti.
Né il Consorzio del Chianti né quello del Brunello, fanno notare i produttori, hanno fatto delibere per consentire irrigazioni d’urgenza, altrimenti vietate dal Ma la discussione sull’irrigazione è appena all’inizio, ora che la siccità è un fenomeno regolare che si ripete ogni anno: “Alcuni produttori insistono nel dire che irrigare significa aumentare la quantità e abbassare la qualità”, ricorda Mattii. Ma se la stessa produzione e perfino le piante sono a rischio qualcosa si deve pur fare. Cosa? “Si pensa a piccoli invasi collinari per raccogliere le acque piovane”, dice Ottanelli. Ma questo significa iter burocratici e costi, visto che un impianto cli irrigazione, sempre che il disciplinare lo consenta, costa circa 1.500 euro ad ettaro. Costi esosi di questi tempi, dicono i produttori.

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