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La Repubblica

Vino. Un Brunello da record e il bianco parla campano ... La bottiglia dell’anno è un Montalcino toscano. Ma il Piemonte batte tutti con quarantotto eccellenze Esce oggi la Guida 2013 dell’Espresso, viaggio nelle migliori cantine italiane tra conferme e sorprese ... Non ne manca nessuna. Dalla valle Isarco a Marsala, dalla Carnia alla Sardegna, quest’anno ogni regione può vantare almeno una bottiglia tra le “eccellenti” (232 in tutto) scelte dalla guida I Vini d’Italia dell’Espresso, edizione 2013. Una guida che parla, come sempre, con prevalente accento piemontese (48 vini da “cinque bottiglie” arrivano da Langhe e dintorni) e toscano. Toscano è il vino “più buono dell’anno”, il Brunello di Montalcino Riserva 2006 di Poggio di Sotto, unico che ottiene il massimo dei voti: 20 ventesimi. Mentre trai bianchi è il Fiano di Avellino di Pietracupa (l9ventesimi) la punta di diamante di una grande squadra campana. Un quarto dei vini “eccellenti” costa meno di 15 euro a bottiglia. A far notizia però sono due retrocessioni: perché tra le 17 cantine a tre stelle, il massimo riconoscimento che la guida attribuisce alla case di lunga tradizione e assoluta costanza qualitativa, non c’è Angelo Gaja, il più famoso vignaiolo italiano. Con lui esce dall’empireo un altro totem, Ornellaia dei marchesi Frescobaldi, una delle tenute che da Bolgheri hanno portato i supertuscans sulle tavole di lusso di ogni continente. Scelte destinate a far discutere. Fabio Rizzari, che con Ernesto Gentili è curatore della guida, spiega: “Noi attribuiamo le tre stelle a chi garantisce grande qualità negli anni e su tutta la sua linea produttiva. Gaja produce una piccola parte di vini estremamente curati e costosi e una massa più ampia di minore qualità. Per questo, dopo anni in cui ari- che per rispetto alla sua storia, lo abbiamo valutato per il bicchiere mezzo pieno, abbiamo deciso di retrocederlo. Ossequiare il grande nome non coincide con svolgere la propria funzione critica”. Gentili spiega invece la stella tolta ad Ornellala: “E legata anche al cambiamento del clima, un problema che riguardano i vini della zona di Bolgheri, in particolare i merlot: nelle annate calde, ormai sempre più frequenti, si appesantiscono, perdono slancio e Oggi hanno in media un grado, un grado e mezzo in più rispetto agli anni 90. E un’azienda da tre stelle deve rimanere sempre vicina all’eccellenza”. Il declassamento di Gaja e Ornellaia potrebbe indicare una scelta di campo della guida nello scontro tra i produttori “naturali” e quelli convenzionali. Rizzari nega: “Non abbiamo pregiudizio ideologie. Un vino si giudica dopo averlo bevuto. Siamo contro i furbi e le manipolazioni eccessive e a favore di chi lavora con serietà e riduce l’impatto ambientale, ma non è perché c’è scritto biodinamico che un vino deve essere buono”.
“E stato l’anno del Brunello - aggiunge Gentili - e il Barbaresco che ormai è al livello del Barolo. Ma ci sono novità di pregio in ogni regione: anche in Liguria, in Valle d’Aosta, in Calabria. Abbiamo grandi vini dolci, un po’ ovunque. E non dimenticherei le cantine cooperative. Dopo quelle altoatesine anche in Piemonte stanno crescendo: c’è la conferma dei Produttori di Barbaresco e novità come i Produttori di Nebbiolo di Carema o Terre da Vino”. Sono stati 25 mila i vini assaggiati, 2200 i produttori che hanno una scheda nella guida che come sempre segnala i Migliori acquisti, cioè i vini con un buon rapporto tra qualità e prezzo, e gli Outsider (gli eccellenti di ogni denominazione). La guida I Vini d’Italia dell’Espresso, diretta da EnzoVizzari, sarà in libreria e in edicola da oggi al prezzo di 22 euro. Tra breve sarà disponibile anche l’applicazione per tablet e smartphone.

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