02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Repubblica

Vino. “Made in Italy a rischio: c’è troppa burocrazia ... Undici enti si occupano dei controlli, tre in Francia L’appello dei produttori: bisogna razionalizzarli ... Più qualità, meno burocrazia. E uno slogan che vale per tutto il Paese, ma si comincia dal vino, centravanti di spinta del made in Italy con i suoi 4,5 miliardi di euro di export e il primato mondiale in termini di produzione. Le aziende che tirano la volata al settore si sentono penalizzate dal mare di controlli ripetitivi: 11 enti che si alternano negli uffici, costringendo a ripetere le stesse trafile per 11 volte, contro i 3 istituti che riescono a garantire il mercato francese, ancora primo in termini di fatturato. “Il vino è il nostro punto di forza, l’elemento che unisce la terra e il cielo”, racconta Oscar Farinetti, patron di Eataly, l’organizzatore del convegno a Roma che oggi renderà visibile la protesta dei principali 250 marchi del vino italiano, rappresentati da Angelo Gaja. “Abbiamo avuto una progressione straordinaria, abbiamo fatto una grande rimonta rispetto ai francesi. Ma adesso si apre l’altra partita: quella per il mercato dei nuovi consumatori in Cina eh India. Noi, in un mercato molto competitivo, dobbiamo vendere non solo la qualità ma la percezione della qualità ed è difficile vincere se sulle spalle siamo costretti a portare uno zaino pieno di inutili scartoffie”. La proposta di una semplificazione è contenuta in un disegno di legge presentato dalla senatrice Leana Pignedoli. Un testo che prova a rovesciare in alleanza il tendenziale antagonismo tra pubblico e privato. Gli 11 enti di controllo fanno riferimento a tre ministeri e a vari livelli territoriali: senza coordinamento si rischia di ripetere all’infinito le stesse richieste. Viceversa un sistema di controlli agile, prestigioso e funzionante sarebbe molto utile anche alle migliori aziende che potrebbero vedere certificata la loro eccellenza. “L’eccesso di burocrazia rallenta tutta la filiera produttiva”, commenta Federico Dal Bianco, che rappresenta la terza generazione di proprietari di. Masottina, una delle aziende di Conegliano ai vertici del prosecco. “Invece di concentrarci sulla valorizzazione del vino e sulla sua comunicazione, dobbiamo perdere una quantità enorme di tempo dietro a formule prive di significato. Così il brand Italia si indebolisce”. Tutti favorevoli?- Il ministro delle Politiche agricole Mario Catania, presente al convegno ad Eataly, si pronuncerà oggi. Giuseppe Vadalà, dirigente della Forestale, un altro degli interventi previsti, dirà un sì condito con una prudente sottolineatura della necessità di non far venir meno il rigore dei controlli: “Solo l’ufficio Controllo qualità repressioni e frodi ha 1.100 operatori. Un maggior coordinamento tra le varie strutture è necessario e può dare frutti positivi, ma non dimentichiamo che le frodi esistono”. Tra le proposte operative: un cantiere che in un anno crei il codice del vino per armonizzare e semplificare il viluppo di norme europee, nazionali e regionali; l’omogeneizzazione dei sistemi di misurazione; regole e documentazione per i trasporti; uniformità dei sistemi di etichettatura con la semplificazione del sistema di gestione dei rifiuti agricoli e degli scarti vitivinicoli; creazione di una banca dati; un comitato tecnico che programmi e pianifichi i diversi sistemi di controllo e uniformi i criteri.


Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su