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La Repubblica

Produttori testimonial. Quelli che ci mettono la faccia ... Vino e visi. Un binomio sempre più stretto. Evincente. Per scelta aziendale, promozionale, personale sono molti i signori (e le signore) del vino che decidono, dopo l’etichetta, di “metterci” la faccia per pubblicizzare le proprie bottiglie. Una tendenza iniziata timidamente al passaggio del terzo millennio per volontà di qualche produttore che, invertendo la tendenza di promuovere l’azienda di famiglia attraverso immagini di filari, botti o casali decide, invece, di apparire in prima persona. Strategia di comunicazione che, dagli Antinori agli Zonin, si conferma indovinata con incrementi delle vendite spinti da quel messaggio “autobiografico” che dà garanzia di genuinità. “Nel 2006 abbiamo deciso dr tornare a comunicare il nostro brand in Italia e nel mondo in un modo innovativo, ma che fosse allo stesso tempo semplice, diretto, familiare”, spiega Francesco Zonin, 38 anni, che con il padre Gianni e i fratelli Domenico (neo presidente dell’Unione italiana vini) e Michele dirigono l’omonima azienda di famiglia con radici a Gambellara, nel cuore del Veneto, da sette generazioni. “Con l’agenzia creativa che ci segue, abbiamo avuto l”idea di “metterci la nostra faccia , la mia in questo caso, come garanzia personale di qualità, genuinità, tradizione. Soprattutto all’estero, ma anche in Italia, in questo momento di crisi e cli forti insicurezze, la gente ha bisogno di ritrovare certezze semplici, vere, che fanno bene nel quotidiano”. Una campagna pubblicitaria mondiale che dal 2006 ha visto sempre come testimonial il secondogenito Francesco “la scelta è caduta sudi me - spiega - perché come responsabile del commerciale e del marketing sono quello che viaggia e incontra più persone: gli stranieri adorano conoscere colui che porta il nome cli famiglia, che si chiama come il vino che decidono di acquistare”) e che nel giro di pochi anni si è rivelato un investimento a buon rendere:
“In quattro anni le nostre vendite di Prosecco in Italia sono cresciute di circa il 20 per cento – racconta Zonin- e all’estero,soprattutto in Germania, Inghilterra, Stati Uniti e Brasile, si sono quadruplicate”. Strategia vincente confermata ancora prima da Vinzia Firriato, dell’omonima azienda vinicola siciliana, fra le prime ad avere avuto l’idea di unire la sua immagine alle proprie etichette e alla terra di origine. Da allora ogni anno il logo pubblicitario è legato alla sua faccia “del sud” e a un virgolettato a sua firma che appare sui giornali e sul web con “una crescita del fatturato - dice la produttrice siciliana - fino al 30 percento in un anno”. Stessa scelta a seguire per altri wine maker di Barolo, Nero d’Avola, Chianti e bollicine varie, che sempre più spesso sono scesi in campo (pubblicitario) a viso scoperto. Per comunicare un messaggio preciso sinonimo di una buona Italia. Così Zonin, dopo lo spot in jeans e camicia, indossa giacca nera e cravatta, (l’immagine della campagna in corso) e con sorriso rassicurante e flùte di prosecco in mano brinda Insieme a £hi ami (frase scritta sulla pagina, autografata dal testimonial): “Vogliamo legare il mondo del Prosecco a uno stile di vita italiano che ci invidiano in molti - spiega Zonin per raggiungere a tutti i livelli, oltre ai nostri importatori e distributori in più di cento paesi, i centomila enoturisti che ogni anno visitano le nostre nove tenute ecosostenibili”. Stile italiano fatto di sorsi e sorrisi rassicuranti. In cantina e in pagina.

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